Roma, bimbo autistico deriso in chat dalle insegnanti. La mamma: «Parole di odio, Luca ha paura»

«Luca ha bisogno di andare a scuola, ha bisogno di stare insieme con gli altri bambini e adesso é costretto a stare in casa, con il rischio di una grave regressione....

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«Luca ha bisogno di andare a scuola, ha bisogno di stare insieme con gli altri bambini e adesso é costretto a stare in casa, con il rischio di una grave regressione. Adesso ho paura di portarlo li, la mia paura non nasce adesso dal fatto che ho avuto il coraggio di urlare, ho paura da quando ho letto quei messaggi e ascoltato quegli audio carichi di odio nei confronti di mio figlio, non posso lasciare mio figlio nelle mani di chi dice questo di lui».

Roma, «Il bimbo è autistico, resti a casa»: lo scherno delle maestre all'alunno nella chat su WhatsApp. La denuncia della madre

A parlare è la mamma di un bimbo autistico di sei anni che, secondo quanto ha raccontato la donna nei giorni scorsi, è stato denigrato dalle sue insegnanti. A riferire le dichiarazioni della mamma del bimbo è «La battaglia di Andrea», associazione che si batte per i diritti dei diversamente abili. «Quei messaggi - aggiunge la signora - mi stanno forse facendo capire tante cose e, tra queste, probabilmente anche l'incuria, dovuta forse all'intolleranza nei suoi confronti». «Chiedo aiuto alle istituzioni, - conclude la donna - chiedo aiuto a chi può farlo, sono una mamma spaventata di un cucciolo che vuole vivere la sua normalità quotidiana, vogliamo che frequenti la scuola in tranquillità».

Sulla vicenda è intervenuta, con un post su FB, anche Erika Stefani, ministro per le disabilità nel governo Draghi: «I giornali denunciano una vicenda grave ai danni di un bambino di 6 anni con disturbi dello spettro autistico. Qualora dovessero essere confermate le accuse nei confronti di insegnanti che a Roma avrebbero deriso il bimbo in una chat Whatsapp, - scrive sul social il ministro - saremmo di fronte a un clima inaccettabile e a comportamenti che offendono la persona, arrecando danni anche a coloro che ogni giorno lavorano nel mondo della scuola con dedizione, accompagnando gli alunni con disabilità nei percorsi di studio. Le parole sono importanti e hanno delle conseguenze perciò ci attendiamo chiarimenti sui fatti che, se confermati, comporterebbero provvedimenti esemplari». 

 

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Il Messaggero