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La lunga scia di sangue che ha sconvolto la Capitale, culminata con gli agguati costati la vita a Luigi Finizio, il 13 marzo scorso, e ad Andrea Fiore, ucciso nella notte tra domenica e lunedì a Torpignattara, porta a un appartamento in zona Pietralata. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia è uno dei covi dove i killer hanno nascosto le armi utilizzate per omicidi, gambizzazioni, minacce, nella guerra tra clan dello spaccio che sta mettendo a ferro e fuoco la città: dieci pistole - tra le quali una Glock 17 - un fucile Whinchester con canna mozza, una mitragliatrice Scorpion e centinaia di munizioni. Armi clandestine, alcune con matricola abrasa, che potrebbero essere il bottino di furti e rapine. L'inquilino dell'appartamento è stato arrestato: secondo gli inquirenti è il custode dell'arsenale. Si tratta di un cinquantenne legato alle bande di spacciatori.
L'INTERROGATORIO Gli inquirenti sono arrivati a lui a colpo sicuro. A dire dove si trovassero le armi potrebbe essere stato Daniele Viti, 43 anni, originario di Veroli, in provincia di Frosinone. È stato arrestato lunedì in relazione all'omicidio di Fiore. A casa sua i poliziotti hanno trovato quattro chili di cocaina.
LA GUERRA Adesso la guerra tra bande per la conquista delle piazze di spaccio della Capitale è ricominciata. D'altronde, come emerge da un'informativa della Mobile, «l'esecuzione di Diabolik ha rappresentato una sorta di spartiacque» negli equilibri della malavita romana: c'è un prima e un dopo la morte violenta dell'ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio. Secondo gli inquirenti, hanno contribuito a firmare la sua condanna a morte «la smania di potere e di voler comandare su tutti, al punto da fare a volte il paciere come un vero padrino», ma anche «i brutali sistemi da lui utilizzati per recuperare i crediti», «le troppe prepotenze» e «la sua quasi spasmodica avidità di denaro». La "pax" mafiosa, che prevedeva pochi spargimenti di sangue e una meticolosa suddivisione della città in zone di competenza per lo spaccio della droga - in modo da non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine - si è rotta da tempo. E la convinzione è che i fatti di sangue degli ultimi mesi - gambizzazioni, omicidi tentati e consumati, sequestri di persona - si inseriscono in questo contesto.
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