Lo volle papa Clemente XII nel 1734 per offrire alle donne di Roma “ree e di malaffare” una dimora separata dagli altri detenuti maschi. L’architetto Ferdinando...
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Un’apertura che ha il sapore di un evento per gli appassionati di luoghi segreti della Capitale. L’iniziativa e’ tutta nelle mani dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro (gioiello del Mibact), di cui la sala dell’ex carcere fa parte e che eccezionalmente diventa il cuore di una speciale rassegna. Dal 23 aprile al 25 maggio, infatti, debutta “Pratiche di Restauro”, visite guidate condotte dagli stessi restauratori alla conoscenza di una ventina di opere straordinarie, ognuna al centro di delicati e complessi interventi di restauro per essere riportate all’originario splendore, tutti condotti dal personale altamente specializzato e dagli stessi allievi dell’Istituto. Un incontro ravvicinato con grandi tele del ‘500 e ‘600, con reperti di archeologia, con opere di arte contemporanea, ciascuna con le proprie criticita’, le delicatezze, i rischi, i “malanni”. L’occasione per vedere in anteprima capolavori “nascosti”. Come il dolcissimo e imponente “Narciso” del Domenichino, opera sublime, arrivata in tutta fretta da Palazzo Farnese per ricevere cure urgenti alla sua mirabile tavolozza cromatica.
E qui potra’ essere ammirato ora, prima di rientrare a casa, nella prestigiosa sede dell’Ambasciata di Francia. E non e’ la sola star di questo viaggio alla scoperta dei segreti, fatti di tecnica e tecnologia, con cui gli esperti restauratori “salvano” l’arte italiana (e non solo). Tante sono le sorpese riservate da questo evento che sara’ presentato domani al San Michele con una conferenza che vuole essere un festeggiamento per il saluto di Gisella Capponi, storica direttrice arrivata alla pensione. Le visite guidate (dal lunedì’ al venerdì’ via di San Michele 25) sono un viaggio nella storia del restauro al servizio dell’arte. Si puo’ conoscere la “Madonna delle Rose” della scuola del Botticelli arrivata da Palazzo Pitti a Firenze tanto bella da far intuire ai restauratori che ci sia probabilmente anche la mano del maestro.
La pulitura fa di nuovo splendere i colori e la cornice, successiva ma di grande raffinatezza, e’ stata consolidata.
Il Messaggero