Roma, consegnava la cocaina in ambulanza: a processo autista pusher

Roma, consegnava la cocaina in ambulanza: a processo autista pusher
L'autista dell'ambulanza che spacciava cocaina e il responsabile dell'ufficio automezzi del policlinico Umberto I che intascava lo stipendio, anche se si assentava...

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L'autista dell'ambulanza che spacciava cocaina e il responsabile dell'ufficio automezzi del policlinico Umberto I che intascava lo stipendio, anche se si assentava dall'ufficio per andare a lavorare per la Croce Rossa. Ora, insieme ad altri undici dipendenti del nosocomio, sono stati rinviato a giudizio per i raggiri a carico della sanità pubblica. Lo ha disposto ieri il gup di Roma contestando reati che vanno dal peculato alla truffa, fino allo spaccio. L'assenteista incallito, per la procura, è Antonio Ferri, che spesso non si preoccupava neanche di passare il badge per accreditare falsamente la sua presenza in viale Regina Margherita: se ne occupava un collega per lui.


Non che la posizione del dottor Ferri sia la più grave. Gianfranco Troiani, autista d'ambulanza, timbrato il cartellino per assicurarsi la paga, attivava la sirena quando aveva fretta di consegnare dosi di cocaina. Tra i tredici indagati, Troiani spacciava durante l'orario di lavoro, spesso fingendo di essere in servizio. «Gianfrà dove sei? Sbrigati che devi tornare subito, qui serve l'ambulanza», si sgolavano talvolta i colleghi. E lui, autista di veicoli per le emergenze, ma anche per il trasporto organi e sangue, reinseriva la sirena e sfrecciava nel traffico per sbrigarsi a tornare, dopo aver fatto consegne persino a San Basilio.
L'autista, 54 anni, quando è scoppiato lo scandalo, nella primavera dello scorso anno, è stato l'unico ad essere arrestato per spaccio di droga nell'ambito dell'operazione Baronia.

LE MISURE
Quattordici le misure di custodia cautelare emesse nei confronti di altrettanti dipendenti dell'ospedale, tre dei quali - Troiani compreso - erano finiti ai domiciliari (uno poi è deceduto). Le indagini, svolte per due anni e coordinate dal pm Erminio Amelio, erano partite su segnalazione di un ex dipendente vessato dai colleghi. I furbetti, quando potevano, facevano la cresta pure sulla benzina. Ade. Pier.
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Il Messaggero