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Per anni dal 2008 ha venduto paccottiglia e oggetti contraffatti all’ombra dei principali monumenti di Roma. Un “soldato semplice” nello sconfinato esercito degli ambulanti che attanaglia la Capitale e che, dopo la fine delle restrizioni indotte dalla pandemia, è tornato a macinare guadagni nelle strade del Centro.
Lui, I.K., ha 44 anni vive a Roma da irregolare e arriva dal Bangladesh. Ma nonostante questo, c’è qualcos’altro che fa di lui oggi una “notizia”. Ed è la sua capacità di aver collezionato negli ultimi 13 anni ben 190 tra verbali di contravvenzione per la vendita abusiva di oggetti di vario tipo e ordinanze ingiuntive. L’uomo non ha mai pagato nulla. Neanche un centesimo è mai entrato nelle casse del Comune per quelle multe e lui, noncurante, ha continuato a “lavorare”. E, naturalmente, a collezionare multe. L’ultimo verbale risale infatti al 26 gennaio scorso e gli è stato elevato dai vigili urbani mentre era in procinto di vendere la sua merce nella zona dell’Anfiteatro Flavio.
LE VERIFICHE
Quando gli agenti - da mesi impiegati per volere dell’amministrazione in controlli mirati contro gli abusivi - sono andati a spulciare nella sua storia hanno trovato tutte quelle contravvenzioni elevate dai colleghi che, di fatto, sono sempre rimaste carta straccia.
I RISULTATI
Di sicuro nei mesi scorsi tonnellate e tonnellate di paccottiglia sono state sequestrate e quelle difformi alle certificazioni europee distrutte. In più la presenza sul territorio degli agenti, impegnati proprio a stanare gli abusivi, ha comunque fatto diminuire il loro mercato. Centinaia sono stati i “nascondigli” svelati dove proprio gli abusivi riponevano le merci contraffatte e false. Dal comando generale l’intenzione dunque non è quella di limitare i controlli, al contrario. Pare che la nuova indicazione sia quella dei “turni modulari” per le vie del Centro in chiave anti-abusivi. Banalmente considerato il fatto che tra la fine di un turno e l’inizio di un altro, avendo gli abusivi capito l’orario e tornando dunque a lavorare, passa all’incirca un’ora, la nuova disposizione vedrebbe una rimodulazione dei servizi senza lasciare “buchi” tra un turno e l’altro. Certo, resta il problema economico ma su questo il Comune, a regole correnti, può far poco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero