Ci sono le baraccopoli che aumentano, si spostano, si nascondono perfino sotto le grandi arterie come la Tangenziale o il Raccordo; ci sono le tendopoli che addirittura sorgono...
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PERICOLO VIABILITÀ
Insomma che il tema dei campi nomadi nella Capitale (regolari o abusivi che siano) fosse una bomba a orologeria lo si sapeva da tempo, dopo anni di piani annunciati (e mai realmente portati a termine), bandi gonfiati dalla cricca di Mondo di Mezzo e tensione sempre più alta con gli abitanti dei quartieri invasi dagli insediamenti. Intanto, quello che continua ad essere evidente è che continuano a spuntarne sempre di nuovi. Ma al di là delle polemiche politiche, quello che conta e che preoccupa i romani è altro. È il fatto che l'assedio dei disperati (in mezzo ai quali si sono nascosti anche tanti delinquenti) si è ingrossato e oggi sembra che sia diventato impossibile arginarlo. Basta ad esempio fermarsi sulla Tangenziale, non lontano dalla Tiburtina, e fra gli alberi vedere altri accampati. O spostarsi sotto il ponte della Magliana, o vicino alla pista ciclabile, dove malgrado gli sgomberi recenti (e non) ancora ci sono le baracche. «Qui negli anni la situazione è andata solo peggiorando - spiegano alcuni residenti - Molte attività commerciali hanno chiuso perché da tempo si creano capannelli di nomadi che bivaccano proprio tra i supermercati e i negozi lungo la strada principale, poco distante dal viadotto».
LE SEGNALAZIONI
«Questo della Flaminia è solo l'ultimo caso: sotto il cavalcavia di via Flaminia sono presenti vegetazione incolta, rifiuti e insediamenti abusivi di senzatetto e rom - spiegano Francesco Figliomeni vice presidente dell'Assemblea (FdI) e Marco Rollero del club delle libertà per le politiche sociali e sicurezza (FI) - Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di cittadini che richiedono interventi urgenti. Ci vogliono interventi risolutivi». Per ora questa è Roma. Ora si è perso il controllo, o almeno la conta. La fotografia degli accampamenti abusivi risulta sempre più mossa: ci sono oltre duecento micro e medi insediamenti che appaiono e scompaiono dal centro alla periferia.
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Il Messaggero