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L'OPERAZIONE
Le autrici del colpo sono state quattro donne nomadi di 35, 37, 33 e 20 anni, delle quali due sono risultate essere madre e sorella di due uomini che erano stati già arrestati per lo stesso reato lo scorso 16 luglio e che è avvenuto nello stesso luogo. Molto probabilmente loro, per evitare grane, hanno dato alle donne le indicazioni necessarie per entrare indisturbate e portare a casa il colpo.
I PRECEDENTI
I carabinieri, tra metà luglio e i primi di agosto, avevano già arrestato undici persone, sempre nomadi, all'interno della struttura. Tutto per lo stesso reato. Questo è il quarto colpo nel giro di un mese. Nell'ultima operazione dei primi di agosto sono stati presi due romeni di 32 e 39 anni che stavano portando via quattro quintali di rame tra cavi, placche e staffe. Prodotti con il prezioso minerale che poi avrebbero rivenduto illegalmente: nel mercato nero la materia pura viene piazzata a circa 9 euro al chilo, mentre se sono necessarie ulteriori operazioni per ripulire il rame, il prezzo scende fino a 6 o 7 euro. I furti di rame nella collinetta della Magliana sono stati più volte segnalati e denunciati dagli stessi residenti della zona.
I DANNI
Oltre ai furti all'interno di strutture adibite a deposito, le bande dei ladri di rame portano a segno colpi anche nelle gallerie dei servizi pubblici, causando notevoli problemi alla vita di tutti i giorni. In città non sono rari i raid agli impianti delle reti internet che causano agli operatori lunghi interventi di ripristino e, nel frattempo, disagi ai cittadini perché non hanno la connessione. E poi ci sono i furti alle reti ferroviarie (che possono mandare in tilt intere tratte, causando ingenti danni a tutti i pendolari), e quelli ai tombini e ai chiusini della Capitale (che si traducono in grandi spese da parte delle pubbliche amministrazioni per la messa in sicurezza e il ripristino).Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero