Rocca Cencia, Guidonia, ma anche l’intramontabile Malagrotta che risbuca sulle mappe dei rifiuti di Roma. Tre ipotesi e una certezza: il 30 giugno il Campidoglio...
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Ponte Malnome è l’unica zona già autorizzata. Ma i residenti sono sul piede di guerra, non ci stanno a diventare «l’immondezzaio» della Capitale. E la protesta ha attecchito tra i banchi del M5S in Assemblea capitolina, tanto che la giunta di Virginia Raggi quando, a fine dicembre, ha votato la memoria per autorizzare l’apertura dell’impianto, ha fissato una scadenza precisa: «180 giorni». Termine «inderogabile». A fine giugno quindi, i camion dovranno cambiare destinazione sul navigatore. Niente più Ponte Malnome. A meno che l’amministrazione non si produca in una clamorosa piroetta, in assenza di alternative, e conceda una proroga dettata ancora una volta dall’urgenza. Ma è uno scenario che a Palazzo Senatorio, in queste ore, escludono categoricamente: «Manterremo quell’impegno, nessun rinvio». Si cercano allora altre opzioni. Si studiano soprattutto le mappe dei siti che già trattano rifiuti, per capire se ci sia spazio per un’area da destinare alla «trasferenza». Almeno temporaneamente. Ieri in Campidoglio si è svolta una riunione con tecnici e dirigenti dei dipartimenti comunali e della società dei rifiuti. Per iniziare a mettere a punto un piano che tiri Roma fuori dall’impasse. La fumata bianca non è arrivata, ancora, ma diverse ipotesi hanno preso a circolare. Tanto che se ne discute sia all’Ama che in Regione.
La prima è Rocca Cencia. Non nell’area del Tmb dell’Ama - l’unico nell’orbita comunale rimasto in funzione - ma nel terreno privato dove spesso viene allestito un impianto tritovagliatore. Da giorni si parla poi di una zona al confine con Guidonia, vicino al Car, nel distretto del Tiburtino (Municipio IV). E potrebbe rispuntare la carta Malagrotta, se ci fosse posto accanto ai due Tmb privati del gruppo Cerroni, impianti sotto amministrazione giudiziaria, quindi toccherebbe eventualmente chiedere al commissario.
Si tratta ancora di ipotesi. Un’altra riunione è in programma la settimana prossima. Poi toccherà sentire la Regione. La mappa potrebbe cambiare, ancora. Ma si va di fretta. Il calendario del Campidoglio prevede che entro giugno si trovi almeno un sito, per chiudere Ponte Malnome. Poi, a dicembre, si dovrebbe arrivare a 4 aree. Una per quadrante. Obiettivo finale, da raggiungere a dicembre 2020, la creazione di 10 mini-distretti. La zona più scoperta è quella del quadrante Nord. Qui si cercano anche piccole zone di «trasbordo», dove spostare il pattume da un camion all’altro, impianti più semplici da far autorizzare dalla Pisana.
I tempi non aiutano. Roma da metà maggio dovrà trovare impianti per trattare 500 tonnellate di rifiuti in più al giorno. Perché fino a settembre i Tmb di Malagrotta lavoreranno a ritmi ridotti, per via di alcuni interventi di manutenzione. Già oggi il surplus è di 200 tonnellate. Anche i sindacati sono in allarme. «Servono soluzioni strutturali - dice Natale Di Cola, leader della Cgil funzione pubblica di Roma - anche perché con la bella stagione la produzione dei rifiuti aumenterà. E parecchio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero