Rifiuti a Roma, strade invase e roghi a catena: ecco la mappa del degrado

Marciapiedi invasi dai sacchetti. Cassonetti bruciati, che non risparmiano le auto parcheggiate nelle vicinanze. Tutta la città - da Nord a Sud, in Centro come in periferia...

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Marciapiedi invasi dai sacchetti. Cassonetti bruciati, che non risparmiano le auto parcheggiate nelle vicinanze. Tutta la città - da Nord a Sud, in Centro come in periferia - sempre più sporca. Gli sforzi per ripulire Roma promessi da Ama non sono bastati e - alla fine del periodo delle feste - la Capitale riapre con l’ennesima emergenza rifiuti da fronteggiare. In una situazione più difficile del solito, perché rispetto al passato, e a eccezione del Tbm di Aprilia, gli impianti di smaltimento e di trattamento funzionano, accolgono tutta l’immondizia romana inviata dalla municipalizzata. Ed è facile ipotizzare che le cose nei giorni prossimi peggioreranno, visto che dal 16 gennaio si fermerà la discarica di Colle Fagiolara, a Colle Ferro, dove Ama manda ogni giorno 1.100 tonnellate. E oggi aprono le scuole e c’è il rischio di cassonetti stracolmi anche davanti agli istituti.


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Soprattutto vanno avanti senza sosta i roghi di cassonetti pieni di rifiuti. Nella notte tra lunedì e domenica i primi incendi sono scoppiati nel quadrante est della città. Poco dopo l’una di notte i vigili del fuoco e la polizia municipale sono dovuti intervenire in via Comasta a San Basilio: qui sono stati dati alle fiamme alcuni secchioni e il fuoco si è propagato alle auto - sei in tutto e tutte distrutte - lasciate in un parcheggio all’aperto di una carrozzeria. Qualche ora dopo un altro incendio è scoppiato in un cassonetto a via dei Trispolti, in zona Casal Bruciato. Le fiamme hanno danneggiato anche una vettura parcheggiata lì vicino.

Nel pomeriggio di ieri, cioè in pieno giorno, è bruciato anche un secchione in via Piero Colonna, dove un’alta colonna di fumo nero ha avvolto le case della strada. I pompieri sono arrivati in tempo e hanno evitato che l’incendio si propagasse anche alle auto parcheggiate nei pressi dei raccoglitori. Un altro rogo si è avuto in zona Marconi. A questi vanno aggiunti quelli verificatisi il giorno prima tra Monteverde, la Balduina e la Laurentina. Inutile dire che per tutti questi episodi non si escludono gesti dolosi: non a caso a inizio dicembre l’Ama aveva chiesto alla forze dell’ordine - polizia municipale in testa - e agli autisti dei suoi camion un maggiore controllo preventivo.

L’emergenza roghi rende più difficile per la municipalizzata l’attività di raccolta. Complici i pochi mezzi funzionanti, l’assenza di siti logistici e soprattutto il gap di personale, quasi tutta la città ieri era sporca. Situazione ai limiti in Centro - come a Prati, verso l’Esquilino o nella parte di Testaccio più vicina al Lungotevere - così come nella periferia est (da Montesacro al Prenestino, passando per la Tuscolana o la Rustica). Non sono andate meglio le cose sul quadrante opposto, quello Ovest, con la raccolta al rallenti al Portuense, a Monteverde o a Boccea e all’Aurelio. Andando verso Nord, non pochi problemi a Torrevecchia, alla Balduina e su tutta la Flaminia nuova.



Dall’Ama, un vecchio dirigente prova a spiegare i ritardi e le problematiche di questi giorni in questo modo: «Abbiamo pochi mezzi e, con soltanto due veri centri di trasferenza, siamo privi anche delle piattaforme logistiche necessarie». Risultato? «C’è la stessa programmazione dei giri di quanto avevamo più camion e più personale, ma se oggi il mezzo parte per esempio dalla parte est della città per andare a Nord a svuotare i secchioni, poi deve tornare a Rocca Cencia, di nuovo a Est, per scaricare il camion. In questo modo si allungano i tempi e gli autisti o sono costretti a non concludere i giri oppure ritardano il turno successivo. Si dovrebbe riprogrammare il servizio, ma per farlo ci vuole tempo. Tempo che in questo momento Ama non ha».

 
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Il Messaggero