È di nuovo chiusa, ma nessuno sa dire con certezza se e quando riaprirà. L’unica cosa certa è che il 31 dicembre la discarica di Colleferro, ferma da...
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Il problema (ulteriore) è che, a meno di 40 giorni dalla stop definitivo, la sospensione delle attività anticipa una situazione di pre-allarme che la Capitale deve risolvere. Il richiamo arriva proprio dall’Ama: «La chiusura della discarica, giunta dopo oltre 10 giorni di totale o parziale interruzione del servizio, comporta che circa 2.000 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati non potranno essere raccolti per indisponibilità, allo stato, di siti alternativi di conferimento», si legge in una nota dell’azienda di via Calderon de la Barca. Ama «ha allertato le autorità competenti al fine di scongiurare il determinarsi di una situazione di emergenza e di eventuale rischio igienico - sanitario, richiedendo l’immediata individuazione di uno o più siti alternativi».
E Virginia Raggi scrive alla Regione, chiedendo di trovare «senza indugio» un sito alternativo. La discarica di Colleferro in realtà non è stata sequestrata, dopo il tragico incidente della scorsa settimana. La magistratura ha però prescritto una relazione geotecnica del piazzale di scarico e, in attesa di produrre la documentazione richiesta, LazioAmbiente ha sospeso i conferimenti all’impianto. Negli ultimi due giorni prima della chiusura, però, nel sito è arrivato un solo compattatore dell’Ama, contro i dieci previsti.
Sulla riapertura girano voci contrastanti: dalla Regione sperano di poter risolvere tutto già entro il weekend, per i tecnici sarà necessaria una settimana. Ma all’Ama temono che, visto l’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre, lo stop possa essere definitivo, o quasi. Con ripercussioni immediate sulla raccolta e sulla pulizia delle strade della Capitale. La Regione risponde con l’assessore Massimiliano Valeriani, in un’assemblea della Pisana convocata ad hoc: Roma, assieme a Ama, deve realizzare una nuova discarica, oppure bandire una gara europea per il conferimento dell’immondizia all’estero, è la posizione della giunta di via Cristoforo Colombo. Altrimenti «senza interventi strutturali immediati di Ama e del Campidoglio si potranno creare seri problemi igienico-sanitari in tutta la città».
A questa situazione si aggiungono i problemi del Tmb di Rocca Cencia, l’unico dell’Ama funzionante dopo l’incendio che, un anno fa, ha distrutto l’impianto sulla Salaria.
Il Messaggero