I nuovi siti appena scelti per i camion dei netturbini? Non sarebbero «idonei», ha scoperto ora la municipalizzata dei rifiuti. E il pasticcio non è di poco...
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LE CRITICITÀ
Problema: la Capitale, dopo il maxi-rogo che ha distrutto il Tmb del Salario, si è ritrovata con una sola area per questa operazione, a Rocca Cencia. Dopo l’incendio, a gennaio, è stato attivato il sito di Ponte Malnome, non molto distante dall’ex discarica di Malagrotta, ma un pezzo di Movimento 5 Stelle, radicato elettoralmente da quelle parti, ha sostanzialmente messo il veto, imponendo che quell’opzione durasse al massimo sei mesi. E così è stato previsto dal Comune e dall’Ama. Ecco perché da fine luglio è stato allestito un nuovo sito a Saxa Rubra - con le proteste di chi abita e lavora in zona - ma da solo non basta. Ecco perché la Direzione Rifiuti del Campidoglio, guidata dalla manager Laura D’Aprile, muovendosi per tempo, già da dicembre ha messo insieme un pool di tecnici del dipartimento Ambiente, dell’Urbanistica e dell’Ama proprio per buttare già una lista con le alternative. Dopodiché l’Ama ha stilato una prima bozza, che è stata condivisa con i municipi. I minisindaci hanno spedito al Campidoglio una serie di considerazioni, cassando alcune zone e suggerendone altre. Al termine di questo lavoro, il 31 luglio, la Direzione Rifiuti comunale ha finalmente approvato l’elenco definitivo dei siti. Nel documento erano annotati sette indirizzi, dislocati in sei municipi: Ponte Mammolo (IV Municipio), Piazzale Pino Pascali al Prenestino (V), un parcheggio in via Anagnina e un altro sito in via Schiavonetti (entrambi nel VII), poi ancora Tor de’ Cenci (IX), Via Piolti De Bianchi a Torrevecchia (XIII), Via Vinci dietro all’ex manicomio di Santa Maria della Pietà, nel XIV.
I PERICOLI
Avrebbero dovuto essere operativi «entro 30 giorni», cioè per fine agosto. Invece, il 6 del mese, l’ufficio Patrimonio dell’Ama ha scritto che molti di quei siti non sarebbero utilizzabili, almeno non nell’immediato. Motivo? Le aree sarebbero troppo piccole per i nastri trasportatori. Insomma, inservibili, così come sono. Risultato: quei siti non apriranno, di sicuro non entro fine agosto. Slitterà quindi il piano per velocizzare la raccolta, che a settembre, col rientro di molti romani dalle vacanze, rischia di tornare in tilt. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero