Rifiuti a Roma, la sfida sugli impianti: piano anti-emergenza a Natale

Rifiuti a Roma, la sfida sugli impianti: piano anti-emergenza a Natale
LA VICENDA C'è un piano per evitare l'emergenza rifiuti di Natale. E si basa non solo sull'invio delle prime 300 tonnellate giornaliere di rifiuti...

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LA VICENDA
C'è un piano per evitare l'emergenza rifiuti di Natale. E si basa non solo sull'invio delle prime 300 tonnellate giornaliere di rifiuti indifferenziati in Austria a partire dal 5 dicembre, ma su una mossa a sorpresa decisa dai vertici dell'Ama a partire dalla prossima settimana: l'avvio del tritovagliatore di Rocca Cencia, che dovrebbe lavorare altre 300 tonnellate di indifferenziato da spedire poi in un impianto in Abruzzo. Attenzione però, perché qui si entra in zona rossa: non è il tritovagliatore di Cerroni, ma quello che Ama ha acquisito ai tempi di Marino e che ha usato sporadicamente. Raccontata così, sembra una sfida all'assessore Paola Muraro, visto che nella ormai memorabile diretta streaming nei locali dell'Ama, lei invitò l'allora presidente Fortini a usare sì il tritovagliatore, ma quello di Cerroni. Bene, l'Ama guidata dall'amministratore unico Antonella Giglio, appena nominata, va in un'altra direzione: usa il proprio impianto, non quello del privato.

VERTICE
Ieri in Campidoglio c'è stata una lunghissima riunione sul futuro dell'Ama, in particolare sul piano degli impianti che deve essere presentato entro il 31 dicembre se si vogliono rispettare le promesse. E' cominciata attorno alle 16 ed è terminata verso le 20 e vi ha partecipato anche il sindaco Virginia Raggi, subito dopo avere risposto al question time in consiglio comunale. C'erano, oltre alla Giglio e alla Muraro, anche il dg di Ama, Stefano Bina, e l'assessore alle Partecipate, Massimo Colomban. Si è parlato anche della mega grana della nuova macrostruttura, quella che la Muraro aveva provato a imporre ai vertici dell'Ama, con Bina che però ha puntato i piedi. Colomban ha concordato sulla necessità di arrivare a una scelta condivisa, per cui per ora la nuova macrostruttura è stata congelata, in attesa di approfondimenti. Bina, dopo che si è parlato di dimissioni, ha smentito di essere pronto ad andarsene nel caso gli venissero imposte le nomine volute dalla Muraro. L'assessore stava per piazzare nei posti chiave alcuni suoi fedelissimi espressione della vecchissima guardia dell'Ama.
CONGELATI
Bina, con un comunicato, ha anche precisato: «Io e il nuovo amministratore unico, Antonella Giglio, con il quale si è instaurata da subito una proficua intesa, siamo impegnati a ridefinire la governance di Ama». Come dire: decidiamo noi, non l'assessore. Il blitz della Muraro puntava a imporre un organigramma societario delineato da Emiliano Limiti, dirigente di fiducia dell'assessore (già indagato per Mafia Capitale, poi archiviato dai giudici) che si riservava la direzione amministrazione (gare d'appalto e personale) e affidava gli impianti ad Alessandro Muzi, braccio destro di Muraro e Raggi. Bene, per ora - d'accordo anche Colomban ed evidentemente la Raggi - tutto congelato.
SALARIO

Più delicata la partita degli impianti. Ama ed amministrazione comunale stanno lavorando su un piano che prevede la riconversione degli impianti di trattamento di via Salaria e Rocca Cencia e di quello di Ponte Malnome, con l'idea di realizzarvi stabilimenti in cui si lavora e si valorizza quanto prodotto dalla raccolta differenziata. Non si parla - sia chiaro - né di discarica, né di nuovo inceneritore. Il problema è rappresentato dalla fase di passaggio, perché ad oggi - per quanto siano brutti, sporchi e cattivi - Roma non si può permettere di fare a meno degli impianti di trattamento. Chiudere il Salario, come promesso ai cittadini, non sarà possibile fino a quando non diminuiranno i rifiuti indifferenziati: la sola valvola di sfogo dell'invio all'estero non è sufficiente. Morale: non vi saranno tempi rapidissimi. E qui si arriva al piano di Natale, quando la produzione dei rifiuti a Roma raggiungerà il picco. La Raggi non vuole che la spazzatura resti per strada. Già oggi le vasche dei due impianti di Salario e Rocca Cencia si stanno pericolosamente riempendo; contare solo sul paracadute dei rifiuti all'estero - tutto da verificare il 5 dicembre nella sua applicazione pratica - è rischioso. Ecco allora la scelta della Giglio e di Bina di usare il tritovagliatore dell'Ama. No, non quello di Cerroni, come chiese in diretta streaming la Muraro.
Mauro Evangelisti
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Il Messaggero