L'imbarazzo istituzionale è riassunto nella lettera che il presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, ha inviato alla presidenza della Camera....
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IL CONFRONTO
L'incontro che genera l'imbarazzo istituzionale e rende ambigua la posizione di Vignaroli nel rifiuti gate a Roma, avviene il 30 giugno scorso. Nello studio di Giacomo Giujusa, portaborse del deputato grillino, poi promosso assessore dell'XI municipio, si confrontano Muraro, Fortini, Vignaroli e il presidente del Consorzio Colari, Candido Saioni, che fa capo a Cerroni. L'accordo viene raggiunto. Una settimana dopo, l'8 luglio, arriva il via libera al piano straordinario di pulizia dell'Ama, il Campidoglio annuncia che la municipalizzata si avvarrà di nuovi accordi con la Saf di Frosinone (per 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno) e con il Colari di Cerroni (200 tonnellate in più nei successivi 10 giorni), rispetto ai 1.200 già destinati agli impianti di Malagrotta. La presenza di Vignaroli resta inspiegabile: il parlamentare a Palazzo San Macuto svolge un ruolo inquirente e si trova a partecipare a un incontro con i rappresentanti di una società da anni sotto inchiesta. Così, dopo l'istruttoria, il presidente dell'Ecomafie ha deciso di andare avanti e convocarlo. E ha chiesto lumi sull'iter da seguire alla presidenza della Camera. Per Bratti, Vignaroli deve chiarire in audizione quale ruolo abbia avuto e perché abbia partecipato a quelle riunioni. Circostanze sulle quali potrebbe essere chiamato a dare spiegazioni anche davanti ai pm.
LE BUGIE
Ma Cerroni non controlla soltanto gli impianti di Malagrotta, è anche il proprietario della struttura Tmb di Rocca Cencia, bloccata dalla Regione perché priva di autorizzazioni e al centro di un'inchiesta della procura. Una situazione che Muraro, per 12 anni consulente Ama, dovrebbe ben conoscere. Eppure, da assessore, dopo il blitz in streaming nel quale annuncia la riapertura dell'impianto di Cerroni, il 25 luglio scrive al presidente Ama Fortini, chiedendo cosa osti all'impiego della struttura. Il riferimento è all'emergenza nella Capitale e alla presenza del tritovagliatore di Cerroni nel piano regionale rifiuti. Fortini conclude: «La Regione ha precisato che non vi è alcuna autorizzazione dell'impianto Colari; lo stesso non risulta inserito nel Piano. Ama non può conferire rifiuti urbani indifferenziati al tritovagliatore di proprietà Colari, se non a valle di una procedura di gara di evidenza pubblica». Di più, sarebbe necessaria un'ordinanza speciale perché Cerroni è un indagato. Il presidente Ama rassegnerà subito dopo le dimissioni.
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Il Messaggero