Un finto contratto di affitto quello per far sparire il nome del ras delle discariche Manlio Cerroni dalla gestione del Tritovagliatore di Rocca Cencia. A scriverlo ad Ama...
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IL FINTO CONTRATTO
Una settimana prima del famoso incontro tra Vignaroli, Cerroni, Muraro e Fortini, nello studio di Giacomo Gijusa, un tempo componente dell'associazione Raggio verde schierata contro Cerroni, poi promosso a portaborse di Vignaroli, quindi ad assessore dell'XI municipio, era stato proprio il ras delle discariche a scrivere all'Ama, ammettendo che l'affitto della struttura del tmb di Rocca Cencia era solo uno strumento. A puntualizzarlo nella lunga risposta all'assessore Muraro, che sollecitava Ama a servirsi di quell'impianto, è l'ex presidente Fortini. Si legge nel documento del 28 luglio scorso, che prelude alle dimissioni di Fortini: «Con lettera del 22 giugno 2016, l'avvocato Manlio Cerroni informava il presidente Ama che l'affitto a Porcarelli era avvenuto per toglierci d'impiccio, confermando di essere Colari (il consorzio di Cerroni ndr) l'effettivo proprietario del tritovagliatore, nonché di essere lui stesso interessato alle sorti dell'impianto». E del resto il contratto e la successiva corrispondenza, tutti documenti agli atti dell'inchiesta, lo confermano. Qualche mese prima, il 21 marzo, Colari aveva informato Ama di essere in procinto di procedere all'affitto del tritovagliatore alla società Porcarelli Gino srl «la quale sarebbe subentrata in ogni negoziazione per l'uso dell'impianto da parte di Ama». L'11 aprile era Porcarelli a scrivere alla municipalizzata comunicando di avere affittato il tritovagliatore di Rocca Cencia, qualche giorno dopo, Porcarelli informava l'azienda che avrebbe fornito indicazioni «circa l'iter autorizzativo e documentale riguardante l'offerta commerciale». Ma il contratto tra Colari e Porcarelli viene stipulato soltanto il successivo 7 maggio. Mentra il 22 giugno, Cerroni, che non avrebbe più avuto interesse a rivolgersi ad Ama, precisava quale fosse la natura dell'accordo.
ECOMAFIE
Era solo un anno fa, l'8 settembre 2015 Stefano Vignaroli, in commissione Ecomafie, portando avanti l'inchiesta sul Lazio interrogava il presidente della Regione Nicola Zingaretti e l'allora sindaco Ignazio Marino. Parlava «di sudditanza psicologica nei confronti del Cerroni» e aggiungeva «c'è sempre stata e ha una rilevanza sia penale, sia di altra natura». Faceva riferimento a un danno erariale per le tariffe pagate da Ama «e quindi dai romani al ras dei rifiuti». Perché poi abbia finito con l'incontrarlo senza averne titolo, programmando un piano di emergenza, dovrà spiegarlo presto ai suoi colleghi della commissione.
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Il Messaggero