Rifiuti, caso Muraro: un finto contratto per favorire Cerroni

Rifiuti, caso Muraro: un finto contratto per favorire Cerroni
di Michela Allegri e Valentina Errante
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Lunedì 12 Settembre 2016, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 09:33

Un finto contratto di affitto quello per far sparire il nome del ras delle discariche Manlio Cerroni dalla gestione del Tritovagliatore di Rocca Cencia. A scriverlo ad Ama è stato lo stesso Cerroni. L'impianto della discordia, che l'assessore Paola Muraro avrebbe voluto utilizzare nonostante l'inchiesta della procura di Roma, in assenza delle autorizzazioni della Regione Lazio, affidando al ras altre tonnellate di rifiuti ogni giorno, con trattativa privata e senza la definizione delle tariffe, era oggetto di un accordo «per togliere d'impiccio Ama». È uno degli elementi dell'inchiesta dei procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino e del pm Alberto Galanti che ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa a danno di Ama e a vantaggio di Cerroni. E se l'assessore Muraro, indagata per reati ambientali e abuso d'ufficio, è sospettata dalla procura di avere favorito il ras dei rifiuti, aumentano gli interrogativi sulla posizione del grillino Stefano Vignaroli, il vicepresidente della commissione Ecomafie che, dopo essersi schierato contro il suo monopolio di Cerroni e avere sostenuto i comitati cittadini, senza alcun titolo, lo incontrava segretamente. Nei prossimi giorni, Alessandro Bratti, presidente della commissione, riceverà indicazioni per portare avanti l'anomalo iter e convocare in commissione il suo vice.

IL FINTO CONTRATTO
Una settimana prima del famoso incontro tra Vignaroli, Cerroni, Muraro e Fortini, nello studio di Giacomo Gijusa, un tempo componente dell'associazione Raggio verde schierata contro Cerroni, poi promosso a portaborse di Vignaroli, quindi ad assessore dell'XI municipio, era stato proprio il ras delle discariche a scrivere all'Ama, ammettendo che l'affitto della struttura del tmb di Rocca Cencia era solo uno strumento. A puntualizzarlo nella lunga risposta all'assessore Muraro, che sollecitava Ama a servirsi di quell'impianto, è l'ex presidente Fortini. Si legge nel documento del 28 luglio scorso, che prelude alle dimissioni di Fortini: «Con lettera del 22 giugno 2016, l'avvocato Manlio Cerroni informava il presidente Ama che l'affitto a Porcarelli era avvenuto per toglierci d'impiccio, confermando di essere Colari (il consorzio di Cerroni ndr) l'effettivo proprietario del tritovagliatore, nonché di essere lui stesso interessato alle sorti dell'impianto». E del resto il contratto e la successiva corrispondenza, tutti documenti agli atti dell'inchiesta, lo confermano. Qualche mese prima, il 21 marzo, Colari aveva informato Ama di essere in procinto di procedere all'affitto del tritovagliatore alla società Porcarelli Gino srl «la quale sarebbe subentrata in ogni negoziazione per l'uso dell'impianto da parte di Ama». L'11 aprile era Porcarelli a scrivere alla municipalizzata comunicando di avere affittato il tritovagliatore di Rocca Cencia, qualche giorno dopo, Porcarelli informava l'azienda che avrebbe fornito indicazioni «circa l'iter autorizzativo e documentale riguardante l'offerta commerciale». Ma il contratto tra Colari e Porcarelli viene stipulato soltanto il successivo 7 maggio. Mentra il 22 giugno, Cerroni, che non avrebbe più avuto interesse a rivolgersi ad Ama, precisava quale fosse la natura dell'accordo.

ECOMAFIE
Era solo un anno fa, l'8 settembre 2015 Stefano Vignaroli, in commissione Ecomafie, portando avanti l'inchiesta sul Lazio interrogava il presidente della Regione Nicola Zingaretti e l'allora sindaco Ignazio Marino. Parlava «di sudditanza psicologica nei confronti del Cerroni» e aggiungeva «c'è sempre stata e ha una rilevanza sia penale, sia di altra natura». Faceva riferimento a un danno erariale per le tariffe pagate da Ama «e quindi dai romani al ras dei rifiuti». Perché poi abbia finito con l'incontrarlo senza averne titolo, programmando un piano di emergenza, dovrà spiegarlo presto ai suoi colleghi della commissione.