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Nelle viette e negli angoli più bui del Centro o di Trastevere è tutto un proliferare di sacchi trasparenti strapieni di bottiglie di plastica e di vetro, lattine, cartoni, cassette della frutta e persino avanzi di cibo. Li abbandonano i titolari di bar e ristoranti o i negozianti, che dovrebbero invece lasciarli davanti a loro locali, dove dovrebbero raccoglierli gli addetti di Ama o delle aziende che lavorano per la municipalizzata. Sacchi che i gabbiani si divertono a strappare alla ricerca di cibo, rendendo ancora più indecorosi i punti più belli di Roma. In altre zone della città - soprattutto Prati o il Pigneto - dove ci sono la movida e i vituperati secchioni, sempre questi esercenti buttano i rifiuti nei cassonetti destinati alle famiglie. Risultato? I recipienti sono pieni fino all'inverosimile, anche dopo che i netturbini sono passati a svuotarli. E chi arriva tardi in questa lotteria che sta diventando il conferimento della propria spazzatura, finisce per lasciare la carta dove andrebbe la plastica, l'umido nell'indifferenziato o viceversa, per non parlare di tutto quello che va direttamente sui marciapiedi.
DISAGI
A più di tre mesi distanza dal suo avvio, mostra non poche crepe il nuovo appalto di raccolta delle Und (utenze non domestiche), cioè il porta a porta per ritirare i rifiuti di bar, ristoranti e negozi. E nel mirino ci sono gli esercenti. Respinge le accuse Sergio Paolantoni, presidente capitolino di Fipe-Confcommercio: «Che cosa dovrebbe fare un negoziante o un titolare di un locale quando non gli vengono a ritirare la spazzatura? O se la riporta dentro il suo locale, e non mi sembra igienico, oppure la butta nei cassonetti dove trova spazio.
La prossima settimana le associazioni di categoria firmeranno un protocollo con il Comune per gestire al meglio la raccolta: è prevista l'installazione di isole ecologiche e di fioriere-cassonetto dove al loro interno saranno "nascosti" i sacchetti. Questo è il futuro. Sul presente Lorenza Bonaccorsi, presidente del I Municipio, lamenta che «la situazione sta diventando sempre più ingestibile a Prati e all'Esquilino, dove ci sono i cassonetti. Bisogna rafforzare i controlli». Viviana De Capua, storica animatrice dell'associazione Abitanti del centro storico, si chiede «come faccia la gente a mangiare e bere all'aperto in locali circondati della loro stessa immondizia. E non dimentichiamoci del peso, in questo degrado, causato dai proprietari dei B&b, che non spiegano ai loro clienti come riporre i rifiuti».
Dal II Municipio l'assessore all'Ambiente Rino Fabiano si scaglia contro «gli irriducibili della monnezza, ristoranti e bar di piazza Bologna o di viale Parioli, invece ringrazio gli esercenti di San Lorenzo, che, da quando gli abbiamo spiegato loro come fare il porta a porta, non lasciano in strada neppure una bottiglia». Al V, dove la movida dopo il Pigneto sta esplodendo a Centocelle e a Torpignattara, il presidente Mauro Caliste ricorda: «Quando siamo arrivati Ama garantiva la raccolta soltanto a 800 Und. Ora siamo saliti a 1.200, ma dobbiamo arrivare almeno a 4mila».
Il Messaggero