Avrebbero dovuto ricevere, custodire e stoccare i rifiuti seguendo la legge e le disposizioni in materia di smaltimento. E invece, forti del proprio ruolo, tre dipendenti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'ESPOSTO
A far scattare l'indagine, l'esposto del presidente del comitato di quartiere di Mostacciano, che già negli ultimi mesi del 2017 aveva ravvisato delle irregolarità, come appunto il via vai di camion e furgoncini che scaricavano e caricavano spalliere, vecchi frigoriferi, ante di armadi. Da qui le prime verifiche con un'attività investigativa che dal 19 febbraio al 29 aprile dello scorso anno, grazie al ricorso alle videocamere, ha potuto accertare il traffico illecito, contando ben 189 conferimenti fuorilegge in appena due mesi. «Un fenomeno conclamato si legge nell'ordinanza firmata dal gip Corrado Cappiello di gestione illegale di rifiuti attuato in modo seriale da parte del gruppo rom, di alcuni dipendenti Ama nonché di titolari di enti o imprese». Oltre ad acquisire «illeciti profitti», i tre dipendenti della municipalizzata, secondo il gip, hanno «assunto un ruolo decisivo» nel traffico, perché «hanno consentito quotidianamente conferimenti tramite mezzi furgonati da parte di soggetti non autorizzati anche in cambio di piccole somme di denaro».
LE TARIFFE
Un vero e proprio tariffario non esisteva, anche se i proventi oscillavano tra i 5 e i 50 euro a seconda della tipologia di rifiuti scaricata e della quantità. Dopo il conferimento, i dipendenti della municipalizzata contro cui la sindaca Raggi promette di adottare i provvedimenti del caso «effettuavano una vera e propria cernita della frazione dei rifiuti che ha un valore economico, impossessandosene in parte e in parte rivendendola agli stessi rom». Ovvero la famiglia Sejdovic, che nel centro di raccolta di Mostacciano sembrava trovarsi a casa propria. Sempre il gip: «Questi ultimi possono muoversi a proprio agio sia all'interno dell'isola ecologica che nelle immediate adiacenze, anche grazie alla complicità dei dipendenti del centro» sul cui operato più di un collega ha chiuso a volte gli occhi. Sono loro, i membri della famiglia rom, a concludere in parte il ciclo dei rifiuti: nel tempo, per 208 conferimenti fatti nel Centro Rottami di Cisterna di Latina, hanno intascato 52mila euro. Lo stesso meccanismo veniva praticato anche dai dipendenti che, invece, per aumentare i guadagni illeciti riversavano gli scarti nell'impianto Ferrauto srl di Fiumicino.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero