«Forza Italia? Sono io, er numero uno», se la ride, madido di sudore, Adriano Palozzi, felice di aver fatto le scarpe al collega Pino Simeone. Entrambi, il primo...
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Come nei migliori ecosistemi impazziti, i piccoli piranha si mordono tra di loro e lasciano in pace la balena bianca. Nell'aula-acquario, il governatore Nicola Zingaretti si gode lo spettacolo. Non apre mai la bocca, si limita agli applausi.
I NOMI
Risultato centrato. Tutto come da pronostico: alla fine si porta a casa l'elezione del presidente dell'Aula, il Pd Daniele Leodori al terzo tentativo, appena scende il quorum. Ma soprattutto capisce che la sua assicurazione sulla vita sono le opposizioni. Nonostante abbiano i numeri per mandarlo a casa, nonostante «l'orizzonte della giunta Zingaretti sia ristretto», sottolinea Parisi. Sarà. Di sicuro nessun dei consiglieri ieri ha dato l'impressione di essere pronto a togliere il disturbo. Tra opposizione costruttiva, responsabili della prima e seconda ora. L'unico fuori dal coro, solitario e tenebroso, Sergio Pirozzi. Nel segreto del catafalco, montato al centro dell'Aula, si compiono i destini del presidente Leodori (che poi citerà Andreatta e Osho e prometterà una stretta ai vitalizi). Alla terza chiamata prende i necessari 29 voti (4 fondamentali gli arrivano da Forza Italia, da M5S scheda bianca). Poi quando bisogna eleggere i vice la faccenda diventa divertente. L'accordo tra Zingaretti e Lombardi regge: così arrivano 5 voti (zingarettiani) in più al grillino Devid Porrello. Discorso diverso dentro Forza Italia, che si spacca tra Palozzi e Simeone. L'indicazione ufficiale del centrodestra sarebbe per il secondo e quindi dovrebbe prendere 15 voti. Ma alla fine, come confessa Palozzi, «ho anche io qualche amico nel Pd» (renziani) e in più il gruppo si spacca. Finisce 11-9. Clima frizzantino anche sull'ultima elezione, quella dei segretari d'aula: eletti Michela Di Biase (Pd), Gianluca Quadrana (lista Zingaretti, papillon rosso), il leghista Daniele Giannini che finisce ex aequo con la grillina Corrado (ma passa perché più anziano) che rimprovererà a Lombardi di non averle trovato un voto in più nel centrosinistra, con Lombardi che a fine serata parlerà di questa situazione con Luigi Di Maio. Si litiga così bene qui, che nessuno se ne vuole andare.
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Il Messaggero