«Non ci sono parole per spiegare quello che stiamo vivendo. Rimangono solo il nostro silenzio e il nostro pianto disperato». Queste le parole conclusive di un breve...
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Incidente Corso Francia, il Suv semidistrutto dopo lo schianto
L'amico. «Le ho viste pochi minuti prima dell' incidente. Ci siamo incontrati a ponte Milvio. Erano felici come si sta al primo giorno di vacanza». A raccontarlo un amico delle due ragazze investite la scorsa notte a Roma. «Erano con degli altri amici ieri sera - ricorda il ragazzo, con le lacrime agli occhi mentre cammina sotto casa di Gaia - era la mia migliore amica, una ragazza splendida, sorridente e sempre pronta ad aiutare gli altri. Camilla era più timida. Si volevano molto bene».
Un ristoratore. «Poco dopo la mezzanotte abbiamo sentito un grande frastuono e come me sono usciti anche alcuni clienti dal locale. Pensavamo ad un tamponamento, poi abbiamo visto le due ragazze per terra. La polizia è arrivata dopo pochi minuti, poi è sopraggiunta l'ambulanza ma non c'è stato nulla da fare. Anche un paramedico con lo scooter che passava per caso si è fermato per dare una mano. Sulle dinamiche non possiamo dire nulla, non ho visto. Quella è una strada larga, dritta, dove di notte tutti corrono e che per questo può diventare pericolosa. Bisognerebbe fare qualcosa per obbligare la gente a mantenere una velocità adeguata». Così all'ANSA Alessio Ottaviano manager del ristorante T-Bone Station a ridosso di Corso Francia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero