Roma, morì a 17 anni giocando a calcio a scuola, prof condannato: un certificato sconsigliava lo sport

Roma, morì a 17 anni giocando a calcio a scuola, prof condannato: un certificato sconsigliava lo sport
Una corsa in campo come tante altre volte aveva fatto. Gli altri studenti a ridere e scherzare con lui, rincorrendosi dietro ad un pallone. Poi il malore improvviso: Raffaele, 17...

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Una corsa in campo come tante altre volte aveva fatto. Gli altri studenti a ridere e scherzare con lui, rincorrendosi dietro ad un pallone. Poi il malore improvviso: Raffaele, 17 anni, si accascia a terra, livido. Ucciso da un cuore debole. Era il 10 maggio del 2012. La tragedia si consuma in pochi minuti nel campo di calcetto dell'istituto agrario Emilio Sereni alla Bufalotta. Ieri la conclusione giudiziaria: per la morte del giovane è stato condannato, in primo grado, a otto mesi con l'accusa di omicidio colposo il prof Aldo dell'Orso, docente di educazione fisica dell'istituto, colpevole, secondo l'accusa, di aver autorizzato lo studente a scendere in campo nonostante un certificato medico sconsigliasse le attività motorie.

Erano stati proprio i genitori di Raffaele Aniello Filogoni, il giovane morto per la partita di calcio, a consegnare il referto alla segreteria della scuola all'inizio dell'anno.
 
IL CERTIFICATO
Uno specialista attestava che il ragazzo era seguito per accertamenti cardiologici «e pertanto era controindicato lo svolgimento di attività sportive fino alla risoluzione clinico-strumentale». Il pm Giuseppe Deodato, che aveva istruito l'inchiesta, invece, aveva chiesto il proscioglimento del docente: «Era stata sconsigliata l'attività fisica non vietata». Ma contro la decisione si era opposta la famiglia del giovane che davanti al gip Barbara Callari aveva fatto riaprire il caso.

Al docente di educazione fisica, una volta finito a processo, non è servito difendersi sostenendo che era stato proprio il ragazzo a rassicurarlo. «Sto meglio prof. Posso giocare come gli altri». «Un'imprudenza che si è rivelata fatale» ha sostenuto nella requisitoria il pm Letizia Taverna che aveva chiesto per il prof una condanna a un anno di reclusione: «Per di più nelle scuole non ci sono defibrillatori e non si fanno corsi di primo soccorso». Il giudice Maria Cristina Muccari, che ha condannato il docente a otto mesi di reclusione con la sospensione della pena, ha disposto una provvisionale di centomila euro per le parti civili, il padre e la sorella di Raffaele (nel frattempo si è spenta anche la mamma del giovane). «Speriamo che questa sentenza possa servire da monito affinché questi drammi non si verifichino più» è stato il commento di uno dei legali di parte civile, l'avvocato Federica Mondani: «Gli insegnanti hanno una responsabilità giuridica e morale immensa nell'avere giornalmente tra le mani la vita dei nostri figli».
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Il Messaggero