Roma, pullman turistici, le falle nei controlli: Centro senza regole

Roma, pullman turistici, le falle nei controlli: Centro senza regole
Un gigante di acciaio ogni minuto ieri ha calpestato l’asfalto dove giovedì sera ha perso la vita la ventiduenne Caterina Pangrazi. Questo il flusso record di pullman...

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Un gigante di acciaio ogni minuto ieri ha calpestato l’asfalto dove giovedì sera ha perso la vita la ventiduenne Caterina Pangrazi. Questo il flusso record di pullman e open bus nella centralissima strada. In terra c’era ancora la segatura, sul marciapiede fiori e sul muro è stato affisso un foglio scritto a penna: «Che la terra ti sia lieve, un saluto giallorosso, Jacopo». Corso Vittorio Emanuele II, angolo piazza della Chiesa Nuova: il giorno dopo la morte della giovane Caterina quel tratto di strada è rimasto terra di nessuno, tra parcheggi selvaggi e il flusso continuo di giganti d’acciaio, un’invasione (purtroppo legalizzata) da sempre però criticata dai comitati di quartiere di zona che vogliono tutelare il decoro e la sicurezza del Centro: «Sono invasivi, pericolosi, inquinano».


Il nuovo piano del Campidoglio impegnato a mettere un freno al caos e a limitare l’accesso a Roma sarà realtà soltanto il primo gennaio del 2019. Intanto, non si riesce proprio a mettere un freno all’assedio. Neanche a poche ore dalla tragedia che ha visto morire una ragazza di 21 anni. Lo scenario tra corso Vittorio Emanuele II e piazza della Chiesa Nuova rispecchia bene il lassismo nel quale sembra essere affogata Roma. Insomma, il colpo d’occhio restituisce immagini drammatiche e deprimenti. Il dramma del ricordo di Caterina nelle lacrime di chi la conosceva e ha voluto portare un fiore, il dramma nella rabbia quasi gridata da sconosciuti contro «una morte assurda». È deprimente, poi, vedere che il parcheggio selvaggio anche ieri continuava a dominare quel piccolo tratto di strada del Centro. Di fronte a quel pezzo d’asfalto dove è morta Caterina, due van e un furgone erano parcheggiati addirittura sul marciapiede. Inutile contare quanti mezzi si fermano sulla corsia riservata ai mezzi pubblici: sono tantissimi e soprattutto le multe non vengono staccate. Risultato: la strada è terra di nessuno, tra l’invasione dei pullman e addirittura la sosta con le ruote sul marciapiede. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero