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«Prescrizione, la riforma è incostituzionale»: il Pg di Milano Alfonso la boccia, incide su ragionevole durata del processo
L'allarme della Cassazione: la prescrizione non funziona. La maggioranza è spaccata
La prescrizione colpisce maggiormente nei processi per cui c’è condanna in primo grado e quindi «quasi uno su due a Roma». Un problema che può essere risolto: «Il Ministero ha finalmente previsto l’aumento delle piante organiche delle Corti di appello: + 9 consiglieri a Roma e a Napoli. Per Roma significa 2.000 sentenze penali in più all’anno». Si tratta, per Panzani, di «un progresso, non la soluzione del problema, anche se Roma in pochi anni è passata dalle 10.000 sentenze penali all’anno del 2014-2015 alle 16.000 del 2019, con un aumento, al netto delle sentenze di prescrizione, di 3.000 sentenze penali all’anno». Il problema è che l’impegno di assumere personale (gli uffici hanno scoperti di personale amministrativo del 20-30%) non può essere tempestivo: «I vuoti di organico dei magistrati richiedono al ritmo attuale cinque anni di concorsi per essere colmati».
Per quanto riguarda il penale i processi pendenti in Tribunale in tutta Italia sono 1.168.000, procure escluse. Sono 264.000 nelle corti di appello, il 23% dei tribunali. Ma mentre dal 2003 in tribunale la crescita è stata del 3%, in corte di appello è stata del 103%. «In altri termini i processi si fermano e si prescrivono in corte di appello», sostiene Panzani, e deriva dal mancato adeguamento degli organici.
«Il risultato è la prescrizione di tanti processi», aggiunge il presidente della Corte d'appello e fornisce i dati: «L’appello penale è il collo di bottiglia del processo. Nel 2017 i processi definiti totali erano 1.435.000 ed i prescritti 125.000, pari al 9%. Nel distretto del Lazio nel 2019 i prescritti erano 19.500 su un totale di 125.000, pari al 15%. Di questi 48% in appello ( 7.500) e 10% al GIP-GUP ( 7.300), 12% al dibattimento monocratico ( 4.300), 118 al collegiale ( 5%)». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero