Roma, vaccini Covid: chi sono i pazienti fragili e oncologici dimenticati

Roma, vaccini Covid: chi sono i pazienti fragili e oncologici dimenticati
Non rientrano nelle categorie previste dal piano regionale. Ma rientrano a tutti gli effetti tra i pazienti "fragili". Soffrono di malattie croniche come artrite...

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Non rientrano nelle categorie previste dal piano regionale. Ma rientrano a tutti gli effetti tra i pazienti "fragili". Soffrono di malattie croniche come artrite reumatoide o di psoriasi. Ma nella fascia di età tra i 40 e i 60 anni. E dunque, se da una parte dovrebbero essere vaccinati con il Pfizer, durante la prenotazione sono automaticamente "esclusi" e indirizzati nei centri dove si somministra l'AstraZeneca. Dove però non vengono vaccinati.

Perchè: «Quando indicano il tipo di malattia di cui soffrono e le cure che seguono, i responsabili dei centri vaccinali in automatico li escludono se hanno a disposizione solo l'AstraZeneca in cui rinetrerebbero solo per età», spiega la dottoressa Lara Morelli della Asl Roma 1.

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Una questione spinosa che si allarga a macchia di leopardo in tutti i distretti della Capitale. Ai pazienti con malattie croniche non resta altra possibilità che rivolgersi al medico di base: «Ma noi siamo in grossa difficoltà con le dosi e proprio del Pfizer - precisa la dottoressa Morelli- stiamo facendo del nostro meglio per soddisfare le richieste, ma le quantità sono ridotte». In coda non ci sono solo i pazienti fragili che non rientrano nelle categorie da selezionare nella piattaforma regionale. Ma anche i malati oncoglogici: nel Lazio era stata la Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (Foce) ad accelerare e a ottenere, nel programma vaccinale regionale, l’inserimento dei circa 350 mila pazienti oncologici e ematologici in trattamento.

Di questi, 15 mila sono quelli ad alto rischio e con la precedenza nelle liste. Circa la metà è stata già immunizzata. Ma secondo il piano per gli oncologici, è previsto che siano immunizzati nell’istituto dove sono in cura. Perciò ogni ospedale programma e organizza le sedute vaccinali. Non senza difficoltà: all'ospedale San Giovanni Addolorata, i 700 malati di tumore sono ancora in attesa della prima dose di Pfizer. 

 

 

 
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Il Messaggero