Porta Maggiore, picchiato davanti casa: ​l'impresario Vincenzo Punzi in fin di vita. È giallo

L'uomo 78 anni, è stato colpito alla testa ed è trovato da un vicino privo di sensi

Porta Maggiore, picchiato davanti casa: l'impresario Vincenzo Punzi in fin di vita. È giallo
Qualcuno lo ha colpito, probabilmente alle spalle di sicuro ferendolo alla testa. Non ci sono testimoni che abbiano visto o sentito qualcosa che sia utile a chiarire quello che...

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Qualcuno lo ha colpito, probabilmente alle spalle di sicuro ferendolo alla testa. Non ci sono testimoni che abbiano visto o sentito qualcosa che sia utile a chiarire quello che è accaduto tra la notte di lunedì e le prime ore di martedì a Vincenzo Punzi, 78 anni, emiliano di nascita ma romano d’adozione che è stato trovato da un vicino di casa in stato di semi-incoscienza e che ora lotta fra la vita e la morte nella Terapia intensiva del Policlinico Umberto I.

Martedì pomeriggio l’uomo è stato sottoposto ad un intervento di neurochirurgia ma non può parlare, la prognosi resta riservata e le sue condizioni gravi. In via di Porta Maggiore, dove Punzi viveva da anni, c’è chi sostiene che sia stato aggredito a seguito di una rapina in strada, «Qui - dice Stefano, titolare di un negozio di materiali plastici - dopo una certa ora conviene non uscire più, gira brutta gente e non ci si sente sicuri» - chi per una discussione forse degenerata.

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L’APPARTAMENTO

Quel che è certo però è che l’appartamento abitato dall’uomo al primo piano di una palazzina degli anni Cinquanta è stato posto sotto sequestro. I sigilli alla porta con l’inquilina del terzo piano che dice: «L’avevo visto solo il giorno prima, povero Vincenzo». Uomo solo, senza moglie né figli, solo una sorella che vive lontano da Roma, un passato giovanile nell’azienda di famiglia e poi una vita trascorsa in giro per il mondo come impresario musicale fino a che la dipendenza alla pornografia non gli ha rovinato la vita. Lui stesso l’ha raccontata in interviste televisive, compresa una rilasciata al programma “Le Iene” scrivendone poi anche un libro, pubblicato nel 2006, “Io, pornodipendente. Sedotto da Internet”. Ne era uscito da quella dipendenza e aveva aperto anche un’associazione per aiutare tante persone che, come lui, avevano lo stesso problema. «Lo riconosceva: aveva perso tutto anche per quella dipendenza, prima faceva i festival in giro per il mondo, in Sud America curava una rassegna musicale che per noi vale come fosse Sanremo, era una persona nota», ricorda Luca, titolare della trattoria “Da Luigi a Porta Maggiore” che lunedì sera gli ha servito la cena come tante altre volte. «Abitava qui da anni, veniva sempre e proprio lunedì sera ha cenato da noi, la mattina seguente doveva andare in ospedale per delle analisi, ha mangiato un po’ di pasta al pomodoro e due uova al tegamino, voleva stare leggero». Ed è in questo frangente però tra la sera di lunedì e il mattino dopo che la i contorni della vicenda diventano opachi. 

LE INDAGINI

Da una prima ricostruzione l’uomo la sera di lunedì, rincasando, avrebbe chiamato la sorella per dirle di essere stato aggredito, la donna il mattino seguente non sentendolo ha avvisato il vicino per chiedergli di andare a vedere se il fratello stesse bene, intorno alle 12 l’avrebbe trovato stordito. Eppure secondo il titolare della trattoria proprio martedì mattina e sempre allo stesso orario del ritrovamento da parte del vicino, Punzi sarebbe passato davanti al locale e si sarebbe fermato a parlare. «Aveva il cerotto al braccio - ricorda Luca - ha detto che aveva fatto le analisi, l’ho trovato un po’ confuso ma non gli ho dato peso perché era diverso tempo che manifestava confusione e vuoti di memoria». Il caso è nelle mani degli agenti di polizia del commissariato Esquilino che, con l’ausilio della Squadra Mobile, stanno cercando di chiarire la dinamica attraverso l’analisi dei filmati di alcuni impianti di zona, in attesa degli esiti sui rilievi eseguiti nell’appartamento da parte della Scientifica. 
 

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Il Messaggero