Tre palazzi sotto sequestro, uno in bilico, accartocciato da un lato. E la paura che hanno gli abitanti di altri quattro stabili vicini: «Che ci crolli addosso, per questo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Da ieri un'ulteriore protezione circonda il palazzo andato giù a metà, in bilico. Da un sopralluogo dei vigili del fuoco sarebbe emerso che lo stabile potrebbe girarsi verso destra e gli abitanti più vicini temono di essere travolti. Inquilini e amministratore di condominio sono stati già ascoltati in Procura, che ha chiesto di visionare tutta la documentazione relativa alla storia del palazzo, dai lavori effettuati dal Comune in zona alle planimetrie di fognature e tubazioni; chiamati in causa anche i geologi per chiarire se l'area sia davvero interessata da sversamenti del Tevere e sfaldamenti del terreno a causa della presenza di acqua sottostante o strati di sabbia (pure la crepe dal lato fiume potrebbero essere un indizio).
Solo dopo tutta una serie di accertamenti il pm darà il via libera all'abbattimento. A quel punto gli esperti potranno davvero capire, andando a scavare, se il danno è addebitabile a qualcuno. Da indiscrezioni, sembrerebbe che i vigili del fuoco abbiano riferito agli inquirenti che il palazzo non è collassato per questioni strutturali. Tra le ipotesi al vaglio c'è quella di un cedimento delle fondamenta a causa di infiltrazioni d'acqua. Il pm Carlo Lasperanza, titolare del fascicolo aperto per disastro colposo, attende le valutazioni dei periti. Dal momento che il palazzo è crollato sulle tubature, è stato necessario chiudere l'acqua sotto le palazzine interessate. Tra gli atti dovuti anche l'acquisizione della documentazione relativa ai lavori eseguiti meno di un anno fa nel sottosuolo da un vicino benzinaio.
«NON LASCIATECI SOLI»
Ma la paura è tanta. «Abbiamo paura di nuovi crolli, a casa non rientriamo», così ieri molti inquilini degli stabili vicini. «Speriamo venga demolito al più presto», l'appello dell'amministratore Riccardo Chiarinelli. «Il terreno molle? Strano, se fosse ci sarebbe un quartiere in pericolo». E l'avvocato Fabio D'Amato, che è anche condomino dell'edificio crollato: «Chi ne ha bisogno sarà ospite 30 giorni a spese del Comune e poi? La storia è molto più lunga. Bisogna capire se c'è stato un movimento tellurico nella zona circostante e fare sul civico 5 una valutazione più profonda: fare una demolizione parziale per andare a vedere le fondamenta». La Protezione civile si sta occupando delle famiglie rimaste senza una casa. «Non ci lasciate soli - dice Francesco - è poco realistico che un pensionato si accolli un affitto e pure le spese, la collettività si faccia carico di questa situazione».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero