Crollo a Ponte Milvio, prime chiusure tra i negozianti

Crollo a Ponte Milvio, prime chiusure tra i negozianti
Il giornalaio ha chiuso, «sabato ho guadagnato 50 euro, oggi è tutto bloccato, che aprivo a fare?», ha spiegato. La copisteria sta per farlo, «ho fatto un...

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Il giornalaio ha chiuso, «sabato ho guadagnato 50 euro, oggi è tutto bloccato, che aprivo a fare?», ha spiegato. La copisteria sta per farlo, «ho fatto un ventesimo degli incassi normali», anche gli altri negozianti di via della Farnesina non hanno scelta: «Altri due giorni e siamo costretti a licenziare il personale». Sono ristoranti, negozi di scarpe, abbigliamento, oggettistica, bar, l'orologiaio. «Non passa un'anima, inutile aprire», dicono desolati. La zona è come dentro una bolla, affari fermi e quartiere paralizzato. Perché il traffico, ora che parte di via della Farnesina è zona rossa non dà tregua. I vigili sono assediati dagli automobilisti che chiedono loro dove si può passare, come possono raggiungere una traversa, una scuola, un ufficio. Di contro i commercianti sono isolati. E non in una zona qualsiasi, ma in quello che è diventato il cuore della movida notturna e che anche di giorno è pieno di locali alla moda e ristoranti, a due passi dallo Stadio e dai quartieri di Roma nord.


E l'allarme risuona sinistro. «Se non si sbrigano a riaprire qui siamo costretti a mandar via il personale, di fatto siamo isolati, non è possibile raggiungerci, stiamo perdendo clienti e giorni di lavoro. Vorremmo che le operazioni fossero il più possibile celeri, altrimenti chiudiamo tutti», diceva ieri mattina un ristoratore nei pressi della parrocchia. Lo stesso un parrucchiere, che da una vita lavora in zona. «Le clienti come fanno a raggiungermi, è tutto bloccato». Il caos e il traffico spingono a tenersi alla larga da Ponte Milvio, a parte i curiosi che scattano foto alla palazzina semi crollata e restano a guardare il presidio dei pompieri e l'impotenza degli sfollati, ci sono solo macchine che tentano di capire come districarsi nella zona, ma lo struscio quotidiano è finito. La gente seduta nei bar vicino al lungotevere commenta. «Nel dopo qui sotto era era tutto una palude, un aquitrinio... il Tevere che straripava... i terreni impregnati d'acqua... forse lì sotto ne scorre ancora molta...». Il traffico viene deviato su via Cassia e via Flaminia, come i bus. I percorsi alternativi sono tortuosi e per molti sconosciuti, perciò commercianti e residenti chiedono un piano certo della viabilità. Anche l'avvocato D'Amato, residente nella palazzina di Via della Farnesina parzialmente crollata nella notte tra venerdì e sabato scorso, ma anche legale rappresentante dei condomini, ha sollecitato «per la zona di Ponte Milvio una conferenza di servizi: è uno snodo troppo importante. Le priorità dopo i residenti, sono il commercio e la viabilità».
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Il Messaggero