Si è conclusa questa mattina all'alba, con l'esecuzione di 12 custodie cautelari, l'operazione della polizia stradale denominata «Hybrid»,...
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L'iter era, ormai, consolidato e si articolava su un duplice canale: da un lato i criminali individuavano i veicoli più idonei per la «cannibalizzazione», ovvero lo smontaggio dei costosi pezzi di ricambio che, privati degli elementi identificativi, venivano immessi nel mercato internazionale clandestino, anche attraverso i circuiti di vendite on line. Tra questi veicoli ve ne erano molti a propulsione ibrida, atteso l'ingente valore del sistema batteria tipico delle auto di nuova generazione; dall'altro lato, mettendo in campo le loro specializzate competenze, i criminali individuavano i veicoli di grossa cilindrata da vendere in nero nel mercato parallelo e ne effettuavano la nazionalizzazione attraverso l'impiego di documenti esteri falsi o di illecita provenienza. Le auto «ripulite» venivano, poi, distribuite in Italia e nei paesi dell'est europeo. Gli investigatori, negli 11 mesi di indagine, hanno ricostruito la struttura dell'organizzazione criminale, individuando gli specifici ruoli e competenze di ciascuno.
A capo della banda vi era un cittadino albanese, ben noto alle forze di polizia, che si avvaleva della stretta collaborazione di due fidati complici italiani e di un assortito gruppo di malviventi a cui erano affidati precisi incarichi: come il furto delle auto, il trasporto delle stesse presso le officine improvvisate, chirurgiche attività di smontaggio, il reperimento dei documenti di illecita provenienza per le nazionalizzazioni, fino ad arrivare alla spedizione dei veicoli ripuliti verso il mercato dei paesi esteri, senza farsi mancare un attento servizio di staffetta dedicato. I ladri d'auto in più occasioni non hanno esitato a mettere a rischio la sicurezza stradale per sfuggire all'alt della polizia. Nell'attività criminale erano coinvolti anche due autodemolitori della periferia romana che avevano il compito di far sparire definitivamente le parti delle auto «scomode» frantumandole dentro le presse. In uno degli interventi dalla polizia stradale è stato fermato un autotreno, con gli interni perfettamente «schermati», ove erano stati celati centinaia di pezzi di ricambio, appartenenti a ben 18 veicoli di media e grossa cilindrata, rubati a Roma e provincia e diretti in Polonia.
In tutte le fasi delle indagini è emerso come la strategia criminale perseguita fosse ben coordinata e seguisse sequenze precise, nei tempi e nelle modalità, come una vera e propria attività imprenditoriale.
Il Messaggero