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Una serie di colpi sferrati a tagliare l’aria fino a quello inferto al torace della vittima, un ragazzo tunisino ancora 14enne (compirà infatti gli anni il prossimo sette marzo), ricoverato poi all’ospedale pediatrico Bambino Gesù per perforamento di un polmone. «Lasciatemi, lasciatemi», gridava il suo aggressore mercoledì pomeriggio quando è stato fermato con le mani ancora sporche di sangue, in parte anche suo poiché si era ferito nel pugnalare l’“avversario”. Steso in terra, di fronte alla fermata della metro Pigneto dove intorno alle 19 aveva colpito, apparentemente per futili motivi, quel minore che da tempo vive nel centro d’accoglienza di via Zurla. L’aggressore continuava a dimenarsi, gli agenti delle volanti gli chiedevano perché avesse colpito quel ragazzo e dove avesse gettato il coltello ma non rispondeva. Si dimenava F. G. nato ad Avezzano classe 2006 in “trasferta” al Pigneto dal Tuscolano. Nessun precedente alle spalle: è stato denunciato in stato di libertà per lesioni aggravate ma era tempo che bazzicava il quartiere. «Volto noto - diceva ieri la dipendente del bar di fronte alla fermata della metropolitana - mercoledì pomeriggio l’ho visto passare più di una volta prima che scoppiasse il delirio con quel coltello in mano. Spavaldo lo teneva così, la lama non sarà stata meno di 20 centimetri».
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LA DINAMICA
Lui e il suo gruppo, a spasso armati, di cui fanno parte anche alcune ragazze che dopo l’accoltellamento del 14enne si sono rifugiate nel supermercato vicino prima di dileguarsi.
Dopo il ferimento il 14enne ha attraversato la strada, dalle immagini dei video, lo si vede camminare per poi accasciarsi in terra. Prima ancora di questo, alcuni testimoni hanno chiamato i soccorsi e l’aggressore è stato prontamente individuato e fermato ma, appunto, oltre a dimenarsi non ha fornito spiegazioni. Di più: l’arma usata non si trova. Le ricerche sono state effettuate in un’ampia area ma nulla. Molto probabilmente gli amici dell’aggressore hanno avuto il tempo di farla sparire. Del resto, come pure i residenti solo ieri lamentavano «qui a parte i vigili urbani che fanno le multe non si vede né polizia né carabinieri, spacciano droga, si prostituiscono, si accoltellano davanti a una scuola». Questo succede al Pigneto, quartiere di movida, abitato da tante famiglie perbene che mercoledì sera si domandavano «ma perché? Come è possibile?».
Il Messaggero