In altre grandi capitali è acclarato che i pulsanti dei semafori, quelli per i pedoni, sono finti. Li chiamano “bottoni placebo”, perché ti fanno credere...
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E a Roma? L’agenzia “Roma Servizi per la Mobilità”, interpellata, ci assicura che tutti i 1.400 semafori capitolini sono sottoposti a manutenzione ogni sei mesi. Ma allora come mai dopo aver premuto il tasto avvertiamo sempre quell’intima, spiacevole sensazione di essere presi per i fondelli? L’agenzia per la Mobilità ci spiega che la chiamata del verde al semaforo non è come la chiamata di un ascensore: quando schiaccio il pulsante mi inserisco in un ciclo rosso-giallo-verde, quindi la risposta può non essere immediata.
Prendiamo per buona la spiegazione e ci rallegriamo per l’efficienza, anche se ogni pedone romano dentro di sé continuerà a premere il bottone con diffidenza e guardandosi intorno, quasi vergognandosi, come se da un momento all’altro potesse venire qualcuno a sfotterlo: “Ahaha ci hai creduto!”.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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Il Messaggero