«Pecore tagliaerba» L’ultima ricetta della giunta Raggi

«Pecore tagliaerba» L’ultima ricetta della giunta Raggi
Suscita naturalmente interesse, stupore e anche un pizzico di ilarità l’annuncio di Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente della giunta Raggi, sul...

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Suscita naturalmente interesse, stupore e anche un pizzico di ilarità l’annuncio di Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente della giunta Raggi, sul reclutamento da parte del Comune di Roma di greggi di pecore per risolvere il problema dell’erba alta nei parchi e nelle ville romane.

Il sistema non è nuovo. Viene già utilizzato a Berlino. E anche in Inghilterra , dove i meravigliosi prati di molti castelli sono tenuti in perfetta forma da pecore british. Dunque non c’è da stupirsi se anche a Roma viene ipotizzata questa curiosa soluzione ecologica. 

Resta un dubbio, tuttavia. Ennio Flaiano avrebbe forse chiosato che mentre le pecore in Scozia suonano bene, per anticonformismo e tradizione campagnola, a Roma invece suonano come un rimedio da ultima spiaggia. Non se la prenda l’assessore Montanari, ma le pecore, a Roma, fanno subito pensare ad una soluzione all’abbacchio. Insomma, c’è qualcosa di comico e allo stesso tempo di stridulo nel voler affrontare una emergenza che andrebbe risolta dagli addetti ai Giardini con qualche gregge in affitto.
Noi romani sappiamo bene che le emergenze legate alle piante sono all’ordine del giorno. Qui a Roma , ogni settimana, leggiamo di alberi che crollano, sfondano automobili, travolgono passanti, con il rischio perenne di ricorrenti tragedie. Si dirà: le pecore le usiamo perché gli addetti alla manutenzione sono tutti impegnati a risolvere proprio i problemi dei pini pericolanti. Lo sono? Dal resoconto delle cronache non ci pare.

In realtà, l’uso degli animali con scopi simili è stato praticato anche a Torino e soprattutto in Veneto. È stato il governatore Zaia a volere degli asini, al posto degli uomini, per mangiare l’erba sui bordi delle strade. Costano meno e sono efficaci. Questa iniziativa era anche legata ad un progetto per ragazzi disabili, mettendoli a contatto con le capacità indotte degli animali. Progetto meritorio. Ma un conto è portare degli animali sui bordi delle strade, un conto è introdurre greggi di pecore nelle grandi aeree verdi delle ville romane, frequentate da mamme, bambini, sportivi e anziani. Le pecore mangiano l’erba, ma poi la riciclano in terra in forma diversa. Non sempre il massimo dell’igiene. Le pecore portano anche parassiti e animali odiosi, vedi zecche, altra piaga urbana temibile.


Insomma, Flaiano a parte, di fronte ad una vera emergenza l’idea della giunta ha un po’ il sapore della scorciatoia. Comunque, usare gli animali va benissimo. Proviamoci. Tenendo a mente che i cittadini poi giudicano. Perché non sono né pecore né asini. 
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Il Messaggero