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IL RAID
Quando intorno a mezzogiorno di lunedì, lo straniero ha varcato la soglia dell'attività commerciale, nonostante l'ora mattutina, era già visibilmente ubriaco. «Urlava e farfugliava cose che nemmeno si capivano e ci minacciava - racconteranno le due commesse agli investigatori del commissariato di Porta Maggiore - all'inizio pensavamo fosse innocuo, invece ha cominciato a inveire e lanciare minacce».
«Gli spacciatori sono appostati all'ombra dell'acquedotto romano nel vicino Parco Sangalli e la strada è diventata un ritrovo di persone che barcollano e da cui preferiamo tenerci lontano», il refrain in quest'angolo di Capitale. A ottobre, in via Filarete, due fidanzatini di 16 anni erano stati aggrediti e picchiati selvaggiamente mentre camminavano per la strada da due tossicodipendenti che avevano provato a strappargli dal collo una catenina d'oro. La coppia aveva resistito al tentato furto, scatenando la reazione dei malviventi che hanno cominciato ad aggredirli con calci e pugni.
L'ARRIVO DELLA POLIZIA
Lunedì Gustavo P. C. viene visto camminare lungo il marciapiede, straparla ed è nervoso. Poi all'improvviso entra furtivamente nell'agenzia immobiliare. Si avvicina alla scrivania di una di loro, dove in bella vista c'è uno smartphone, poco distante anche la borsa con all'interno il portafogli. Una delle dipendenti se ne accorge e prova a fermarlo e lui va su di giri. «A un certo punto ha iniziato a mettermi le mani dappertutto», il racconto della vittima ai poliziotti. Ma il raid del trentaseienne non era passato inosservato e nel frattempo era stato chiamato il numero unico per le emergenze 112. Quindi in pochi istanti sul posto è piombata una volante della polizia. L'uomo che ha precedenti alle spalle, è stato fermato e immobilizzato. Non ha opposto resistenza.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero