Li ha rincorsi con una pistola stretta in pugno. Ha sparato in aria per spaventarli. Poi, ha afferrato una canna di bambù e ha aggredito uno di loro: un bambino di soli 8...
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LA LITE
I fatti risalgono allo scorso 22 dicembre. È pomeriggio quando i ragazzini stanno giocando con un pallone. Uno dei due tira un calcio troppo forte e la palla finisce nel giardino dell'indagato, colpendo una pecora. Il pastore esce di casa. È arrabbiatissimo. Impugna una pistola e spara un colpo. I bimbi fuggono spaventati e lui li insegue. Quando li raggiunge, l'uomo colpisce uno dei piccoli con una canna di bambù appuntita e lo ferisce a un occhio. Il bambino finisce in ospedale, le lesioni sono molto serie. A quanto sembra, avrebbe perso la vista. Questa è la versione raccontata dalle vittime, che oggi verranno ascoltate dal gip in sede d'incidente probatorio. Il racconto dei fatti esposto dal pastore, invece, è molto diverso.
L'ALTRA VERSIONE
Al giudice, durante l'interrogatorio di garanzia, ha detto che i due bambini la sera prima della presunta aggressione gli avrebbero rubato un agnellino appena nato. Vedendoli giocare vicino alla sua proprietà, il pastore avrebbe deciso di sgridare i piccoli. Ha ammesso di averlo inseguiti e di aver sparato il colpo di pistola. Ha però negato fermamente di aver aggredito il bambino. A detta dell'indagato, infatti, il minore si sarebbe fatto male da solo, inciampando durante la fuga. «È caduto da solo e si è fatto male con uno spuntone nel terreno» Oggi, i bambini racconteranno nuovamente la loro versione. Nel frattempo, il pastore resta ai domiciliari.
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Il Messaggero