Roma, palazzo occupato sulla Tiburtina diventa centro di spaccio: smantellata banda

Roma, palazzo occupato sulla Tiburtina diventa centro di spaccio: smantellata banda
Cinque misure cautelari sono state eseguite questa mattina dai carabinieri della compagnia di Tivoli che hanno contestato agli indagati il reato di detenzione e spaccio in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cinque misure cautelari sono state eseguite questa mattina dai carabinieri della compagnia di Tivoli che hanno contestato agli indagati il reato di detenzione e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti. Detenzione in carcere per uno degli indagati, l’obbligo di dimora con permanenza in casa per altri due e l’obbligo di presentazione in caserma per ulteriori due: le misure sono state emesse dall’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli su richiesta della locale Procura che ha coordinato l’indagine, condotta dai carabinieri di Tivoli, denominata «Faraone/Cheope». 


Nel corso delle indagini è stato accertato che gli indagati avevano allestito una vera e propria piazza di spaccio all’interno di un palazzo occupato abusivamente, ubicato sulla via Tiburtina 149, altezza Guidonia. Lo smercio avveniva secondo le modalità classiche della piazza di spaccio, attraverso richieste in codice: «pane grande», «pane piccolo», «birra grande», «rotolo grosso», «rotolo piccolo», così da evitare eventuali intercettazioni da parte delle forze dell’ordine e che, come scrive il Gip nell’ordinanza, non lascia dubbi «sulla frequenza e sulla “automaticità” dei contatti tra spacciatori e clienti». 

Il giudice precisa anche che gli indagati «hanno venduto cocaina a una piccola rete di consumatori al minuto per mezzo di una rudimentale organizzazione grazie alla quale avevano continua disponibilità di droga da smerciare». I fatti oggetto dell’indagine che ha portato all’esecuzione delle misure cautelari di questa mattina, sono stati accertati a Tivoli e Guidonia dalla fine del 2017 ai primi mesi dell’anno 2018. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero