Ostia, Mario Tozzi: «Scogliere e prelievi dal Tevere, blocchiamo le opere inutili come i pennelli»

«Finora accontentati solo i balneari che rappresentano una categoria molto forte che continua a pagare canoni ridicoli: da più di vent'anni non si riesce a far rispettare la Bolkestein»

Ostia, Mario Tozzi: «Scogliere e prelievi dal Tevere, blocchiamo le opere inutili come i pennelli»
Professor Mario Tozzi, geologo, ricercatore, divulgatore scientifico e conduttore tv, l'erosione sul litorale romano sta mettendo a rischio la fruibilità delle spiagge...

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Professor Mario Tozzi, geologo, ricercatore, divulgatore scientifico e conduttore tv, l'erosione sul litorale romano sta mettendo a rischio la fruibilità delle spiagge di Ostia, le spiagge della Capitale, come si poteva evitare questa emergenza?


«L'erosione è un fenomeno naturale. Il problema è stato in questi anni la mano dell'uomo. Costruzioni ma anche interventi temporanei come barriere e scogliere non fanno altro che spostare l'emergenza. Interventi del genere sono finte soluzioni dove si può tamponare da una parte, ma i disagi si sposteranno più a valle».


Nello specifico di Ostia si riferisce al progetto dei pennelli?
«Sì, non serve a nulla, solo ad accontentare una categoria forte come i balneari che pensano solo a salvare il loro pezzo di spiaggia dove hanno investito, senza considerare che poi altri avranno il problema, magari coloro, tanti, che vanno nelle spiagge veramente libere.


Si tratta dell'area di Castel Porziano e Capocotta?
«Esattamente. Un ampio tratto di lungomare tra i più belli del litorale romano e frequentato da moltissimi romani».


Così, dunque, si rischia di fare gli interessi di pochi e non di tutti?
«È proprio questo il fulcro della discussione. Quella dei balneari è una categoria molto forte tanto che da più di vent'anni non si riesce a far rispettare la Bolkestein e continuano a pagare canoni di affitto ridicoli chiedendo però interventi dalla pubbliche istituzioni quando si trovano di fronte a problemi del genere».


E poi c'è il caso Tevere che non funziona come dovrebbe, vero?
«Il disastro, però, è sempre accelerato dall'uomo. Dighe sul fiume, prelievi di sabbia dall'alveo, mandano in erosione le spiagge. Bisognerebbe vietare categoricamente i prelievi e vietare nuove dighe. Bisogna lasciare libero il Tevere di scaricare a mare i suoi detriti».


Ma siamo ancora in tempo per salvare le nostre coste?
«Di sicuro non possiamo stare a guardare. Bisogna capire che alcune opere sono solo illusioni. Scogliere e pennelli sono controproducenti: possono risolvere il problema laddove vengono realizzati ma determinano l'accentuazione dei processi erosivi su altri tratti di costa».


Quali soluzioni allora?
«Liberare il lungomare e permettere alle dune di spostarsi. Nessuna opera andrà più realizzata. E, cosa più importante, va subito rifocillata la costa con la sabbia della barra sommersa a riva. Questo è importante perché bisogna avere la stessa sabbia sia dal punto di vista della grammatura che dal contenuto dei minerali: deve essere identica».


A Ostia, per esempio, è arrivata sabbia di Anzio, è grave?


«Il mare infatti se l'è portata via. Si può salvare al massimo una stagione così. Bisogna guardare al futuro».
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Il Messaggero