Ostia, i commercianti contro il sindaco Raggi: «Sul virus abbandonati dal Campidoglio»

Due commercianti al mercato di Ostia
Avrebbero voluto esprimere le loro preoccupazioni alla sindaca di Roma, intervenuta ieri a Ostia per l’inaugurazione di un banco solidale al mercato Appagliatore, ma la...

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Avrebbero voluto esprimere le loro preoccupazioni alla sindaca di Roma, intervenuta ieri a Ostia per l’inaugurazione di un banco solidale al mercato Appagliatore, ma la prima cittadina dopo aver promesso loro di incontrarli li ha snobbati trovando la via di fuga da un ingresso secondario. E così i commercianti di Ostia, già messi in ginocchio dall’emergenza sanitaria, si sono sentiti ancora più soli. «Siamo sempre più abbandonati e oggi ne è stata la dimostrazione - hanno detto i titolari di bar, ristoranti e pizzerie del Lido - siamo riusciti comunque a consegnare le chiavi delle nostre attività a un uomo di fiducia della sindaca insieme a una lettera che però già sappiamo che nessuno leggerà. Stando così le cose molti di noi saranno costretti a chiudere ma il Campidoglio non sembra intenzionato a darci ascolto». 

«Simbolicamente abbiamo consegnato le chiavi delle nostre attività - spiega uno dei commercianti - per chiederle di aiutarci a riaprire, quando sarà il momento, in condizioni di normalità. Non chiediamo di riaprire subito, va bene stare fermi, ma chiediamo di poter riaprire in condizioni normali, quando sarà il momento, e non con tutte quelle limitazioni, perché le attività a quelle condizioni non si sostengono, muoiono». E soltanto la sera prima, gli stessi gestori del litorale hanno organizzato un flash mob. Con silenzio e dignità per gridare il loro dissenso. Decine di bar e ristoranti con le serrande alzate, le luci accese e le insegne luminose attive. Così, con la forza della disperazione, gli addetti alla ristorazione martedì sera hanno manifestato il loro disagio economico per le conseguenze della chiusura delle attività in funzione del distanziamento sociale anti-coronavirus.

A piazza Anco Marzio, in via dei Misenati, in largo Cesario Console, in via Pietro Rosa e in tutte le strade sulle quali si affacciano attività di ristoro, i commercianti hanno dato vita alla loro protesta silenziosa, al loro grido d’allarme soffocato dalla mascherina. Comprendono il duro momento attraversato in ogni comparto socio-economico per l’emergenza covid-19 ma protestano per l’assenza di adeguate politiche di sostegno e per la mancanza di un piano di rilancio del comparto. Intanto, piovono polemiche anche per l’iniziativa a cui ieri ha presenziato la sindaca di Roma. Si tratta del primo Mercato Sociale che arriva a Roma: le persone in difficoltà potranno comprare «alimenti di cittadinanza» con una card che si ricarica svolgendo lavori socialmente utili. Dunque, chi svolge i lavori socialmente utili non viene pagato in soldi (né riconosciuti i contributi) ma in punti da spendere al banco alimentare. «Iniziative del genere - puntualizza Paula Filipe De Jesus dell’associazione Labur - che offendono la dignità di decenni di lotte per i diritti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero