Roma, nuova pista ciclabile Lungotevere, sull'asfalto compare la scritta: «E non lasciano l'erba»

Non si placa la polemica sui lavori della pista ciclabile del Lungotevere. Troppo forte, anche visivamente, l'impatto della colata d'asfalto lungo la banchina del fiume....

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Non si placa la polemica sui lavori della pista ciclabile del Lungotevere. Troppo forte, anche visivamente, l'impatto della colata d'asfalto lungo la banchina del fiume. Che di certo consente ai ciclisti di poter andare più veloci e senza problemi, visto che alcuni tratti necessitavano manutenzione da oltre 15 anni come indicato dalla sindaca Virginia Raggi. Ma da molti i lavori non sono stati accettati. C'è anche chi si è spinto oltre la semplice protesta social.

Il significato della scritta

E così, oggi, su quella linea nera d'asfalto è apparsa la scritta: «E non lasciano l’erba». Lo stesso verso che Adriano Celentano cantava nel 1966 con la canzone Il ragazzo della via Gluck. Le lettere sono cubitali, si vedono anche dall'alto, e colorate di giallo. Si trovano all’altezza di Ponte Sant'Angelo, proprio uno dei punti appena lavorati. Dell'autore (o autori) non si sa nulla. Nessuno ha rivendicato l'azione. Ma si crede possa esser stata realizzata di notte, durante il coprifuoco. Per questo il reparto tutela fluviale della polizia locale, guidato dal comandante Napoli, ha già avviato le indagini.


Le indicazioni della soprintendenza
 

La vicenda della pista ciclabile sul Lungotevere ha avuto talmente clamore mediatico che è intervenuta anche la soprintendenza statale. Che durante il secondo sopralluogo avvenuto ieri ha concordato con il Comune di Roma una serie di indicazioni riguardo ai colori. Il problema non è l'asfalto che ricopre i sampietrini, quello c'era già prima, ma da discutere è l'aspetto cromatico. In sintesi: quel nero, così acceso, non piace neanche all'organo amministrativo. E per questo si stanno studiando delle alternative: ma sicuramente il giallo della scritta con cui è stata imbrattata la pista non sarà utilizzato.

 

 

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Il Messaggero