Ricercato dalla polizia si nascondeva in una clinica. Esperto di rapine in banca, vicino ai terroristi di destra dei Nar, con solidi agganci nel tifo criminale, legato a nomi...
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CONTROLLI E PEDINAMENTI
Deve scontare una serie di pene diventate definitive per reati che risalgono al passato: soprattutto diverse rapine. Si tratta di tre anni e tre mesi di carcere che non sono pochi soprattutto se divenuti definitivi come nel suo caso. Ed ecco che Pirone negli ultimi tempi era diventato imprendibile. Forse sapendo della sentenza, si era dato alla macchia. Gli agenti del commissariato Monteverde, diretti da Mariella Chiaromonte, capiscono che l'ex rapinatore non ha alcuna intenzione di pagare l'ennesimo debito con la legge. Pirone è stato più volte in carcere e forse anche per questo ha cercato in tutti i modi di evitare l'arresto. Nella sua abitazione non era più rintracciabile e neanche nei posti frequentati di solito. I poliziotti hanno pedinato parenti, conoscenti ed amici. Ieri sono arrivati ad una clinica in zona San Paolo. Questione di minuti, gli agenti hanno fatto irruzione in un reparto ortopedico ed hanno trovato proprio Nicola Pirone. Si era operato tempo fa all'anca e si era rifugiato nella clinica con la scusa di fare la riabilitazione. Non è risultato avere nessuna controindicazione per finire dietro le sbarre. Gli agenti di Monteverde gli hanno messo le manette e l'hanno trasferito a Rebibbia.
LA MALA ROMANA
Con il suo arresto si chiude un altro doloroso sipario sulla Roma criminale dell'eversione di destra che ha sparso sangue durante gli anni di piombo e poi ha visto molti protagonisti continuare a spargere terrore nell'ambito della criminalità comune con rapine a volte dagli esiti tragici. Pirone è stato un protagonista delle batterie ovvero quei gruppi armati che si riunivano per un colpo in banca per poi disperdersi fino alla prossima impresa. Il pregiudicato, anche se uscito indenne dall'inchiesta mondo di mezzo, è stato monitorato attentamente dagli investigatori che hanno avuto proprio da alcune sue telefonate indicazioni sugli arsenali che sarebbero ruotati intorno a Carminati e al suo braccio destro Brugia. La posizione di Nicola Pirone si rende evanescente nell'inchiesta così come le armi che non furono trovate. Sempre Pirone frequenta personaggi malavitosi legati alla tifoseria laziale. Banditi italiani ed albanesi dall'enorme spessore criminale. Poi c'è anche un capitolo che riguarda la famigerata Banda della Magliana. Dalle intercettazione emerge che Pirone durante un periodo nel quale sta scontando una pena in carcere, riceve somme di denaro da una persona molto legata addirittura al boss Enrico De Pedis detto Renatino. Sono ancora in corso gli accertamenti per capire il nesso tra la persona arrestata ieri e i nuclei della Magliana. Parlò di lui anche un noto pentito di mafia indicandolo come un uomo capace di recuperare armi.
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Il Messaggero