La denuncia del sindaco Ignazio Marino è ufficialmente approdata a piazzale Clodio: ora è sul tavolo del procuratore capo, Giuseppe Pignatone, che ha già aperto un fascicolo...
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L'inchiesta, per ora contro ignoti, verrà assegnata nelle prossime ore a un magistrato del pool guidato dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Nel frattempo, però, potrebbe esserci un vero e proprio colpo di scena: un superteste ascoltato dai carabinieri avrebbe categoricamente smentito la ricostruzione fornita da Marino e dal suo staff. «Prima del 12 agosto 2014 non c'era alcun permesso temporaneo per il sindaco», sarebbe la dichiarazione appena verbalizzata dai militari dell'Arma. A parlare è un dirigente dell'Agenzia della Mobilità. E non è tutto: agli atti dell'inchiesta spunterebbero gli orari relativi a 8 contravvenzioni, elevate contro Marino tra il 25 giugno e il 25 luglio 2014. Proprio in quel periodo, la Panda rossa del sindaco risultava sguarnita del permesso per il centro. I passaggi "abusivi" dell'auto del sindaco sarebbero stati immortalati dalle telecamere, finendo così nei tabulati del Dipartimento entrate del Comune. A quanto sembra, alcuni verbali sarebbero spariti nel nulla: all'ufficio contravvenzioni sarebbero arrivate solo quattro notifiche. In Campidoglio stanno vivendo queste giornate tra tensione e attesa. Il videomessaggio del sindaco pubblicato sabato sulla sua pagina di Facebook ha squarciato il velo «su uno strano clima», su qualcuno intenzionato a colpirlo, perché da quando mi sono insediato «ho toccato piccoli e grandi interessi».
LO SFOGO
Ma la domanda non cambia: chi e con quale fine si è introdotto nel sistema informatico per manomettere i dati sulla ”white list” della ztl? I sospetti sono a lunga gittata. Marino accusato chi vorrebbe una Capitale governata «da favori o peggio ancora da tangenti».
Ieri è ritornato sull'argomento, con una battuta ornitologica, parlando «di corvi da sconfiggere». Che seguendo i ragionamenti che si fanno in queste a Palazzo Senatorio avrebbero - attivato con l'intrusione nei pc - la macchina del fango. C'è dunque in questa storia di presunti spionaggi e sabotaggi la mano di qualche dipendente infedele mosso per fini politici? «La verità - è uno dei ragionamenti che fanno le persone più vicine a Marino - è che paghiamo il fatto di non aver messo in pratica, come invece è sempre accaduto, lo spoil system negli uffici capitolini». E cioè che, pianta organica alla mano, gran parte della struttura dirigenziale non è stata cambiata con l'arrivo del centrosinistra. E' questo «lo strano clima» di cui parla il chirurgo dem? Quanto «ai corvi da sconfiggere» la palla passa alla Procura. «Saranno arrestati i responsabili di quest'azione». Intanto, in Comune continuano a regnare sospetti e dietrologie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero