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Prima una bomba carta scagliata contro i vigili urbani. Poi le coltellate tra 20enni a San Lorenzo, rione principe dello sballo notturno della Capitale, qualche minuto dopo le 23, all'avvio del coprifuoco, mentre a centinaia tutt'intorno erano ancora in giro. Un filotto di violenze che non fa presagire molto di buono per le settimane a venire, in questa estate che deve convivere con l'ultima coda delle restrizioni Covid.
Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, smorza i toni, invita alla calma: «La risposta delle forze dell'ordine è stata tempestiva, l'episodio di San Lorenzo è drammatico, ma l'aggressore è stato rintracciato e fermato nel volgere di pochi minuti, peraltro in una giornata in cui gli agenti erano già stati impegnati in diverse manifestazioni.
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Insomma, lo Stato è presente». Ma c'è una riflessione di fondo che va affrontata, oltre il singolo episodio di rabbia feroce. «La mala-movida - ragiona Piantedosi - c'è sempre stata, ma il timore è che stavolta abbia inciso il periodo di contenimento, sembra quasi che ci sia un'energia che è stata contenuta e che è pronta a esplodere. È una suggestione, non è qualcosa di misurabile, anche per questo dobbiamo stare più attenti e raccomandare ai cittadini di essere ancora più responsabili. Perché questo è il problema da gestire nelle prossime settimane».
Va amministrata la voglia di tornare alla normalità, anche in anticipo rispetto allo scadenzario del governo. È un impulso che dopo un anno e mezzo di pandemia affiora in tutta la sua urgenza, soprattutto tra i giovanissimi, schiacciati tra la Dad e le chiusure. «Di notte si vede molta più gente in giro, non c'è dubbio - riprende il prefetto di Roma - ma episodi come quello di San Lorenzo sono ingiustificabili in qualsiasi contesto; sferrare 9 coltellate, che avvenga a mezzanotte o a mezzogiorno, è una violenza barbara, non è qualcosa che può essere messo in correlazione col coprifuoco».
Come se ne esce? Per chi non collabora, spiega Piantedosi, ci sono le multe. Salate: da 400 fino a mille euro per chi se ne infischia dello stop notturno. «Se una legge c'è e non viene rispettata, non c'è dubbio che questo accada, è perfino banale dirlo». Ma pensare di gestire una fase così delicata staccando verbali dal blocchetto, aggiunge, sarebbe un abbaglio. «Senza la collaborazione dei cittadini abbiamo qualche difficoltà, quantomeno a prevenire. A intervenire in repressione, in reazione, ci riusciamo benissimo, anche in una città complicata come Roma. Ma la collaborazione delle persone è fondamentale. Serve una risposta spontanea, responsabile, dei cittadini, per isolare i fenomeni peggiori».
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Si può delegare tutto all'auto-disciplina? Naturalmente no. «Raffineremo il nostro dispositivo», promette Piantedosi. Lo schema è quello della chiusura delle piazze della movida, transenne a tempo, per tagliare le gambe agli assembramenti fuori controllo. «Andremo avanti per tutta l'estate, è un modello che ha funzionato nella prima parte della pandemia, che non è finita».
Il Messaggero