Ritrovata e recuperata dai carabinieri dell'arte buona parte dell'originario pavimento delle famose navi di Nemi, quelle dell'imperatore Caligola nel lago omonimo. Il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL FRAMMENTO
Insieme al grande frammento del mosaico, gli Stati Uniti hanno consegnato anche alcuni vasi attici e apuli, già tra le fotografie di Gianfranco Becchina, e le cui fatture sono state trovate nel suo archivio, sequestrato a Basilea nel 2001. Uno, pare che fosse perfino al Metropolitan. E per queste indagini, si è molto speso pure Mattew Bogdanos, già ufficiale dei marines protagonista di importanti azioni un difesa dell'arte a Bagdad, e ora vice avvocato generale a New York. Anche se il merito maggiore dell'operazione va al Comando dei carabinieri per la tutela culturale: a New York c'era il generale Fabrizio Parrulli, che lo dirige.
La vicenda delle navi di Caligola è assai complessa. Dal 1929, cinque anni di lavoro per abbassare il livello del lago, e così recuperarle. La maggior operazione subacquea fino ad allora compiuta. Vittorio Morpurgo ne progetta il museo, tra il 1934 e il 1940; ma quattro anni dopo, ecco l'incendio nazista, la notte del 31 maggio. Il museo, dopo 10 anni di vita stentata dal 1953, è risorto dallo scorso agosto, con quanto rimane delle due navi recuperate dallo specchio di Diana. Non i rostri, che sono a Palazzo Massimo, al Museo nazionale Romano: erano stati portati nella Capitale prima delle fiamme calamitose, e quasi certamente dolose.
Le navi cerimoniali di Caligola sono un unicum: lunghe 70 metri e larghe oltre 20, erano adornate in modo assai ricco e (appunto) con i pavimenti in marmo, a mosaico. A bordo, oggetti legati al culto di Iside, che sono stati ritrovati. Il primo a tentare di riportarle a galla fu perfino Leon Battista Alberti nel 1446, incaricato da Prospero Colonna. Ma accadde soltanto cinque secoli più tardi; e dopo l'incendio, il pavimento mosaicato di uno dei vascelli non fu più ritrovato: altri settant'anni di buio. Ne erano rimasti soltanto un piccolo frammento, e le immagini, in bianco e nero, assai antiche: sono servite come guida, per il sensazionale recupero odierno, ancora coperto, tuttavia, da un segreto assoluto sui nomi e le modalità: si ignora quali e quanti passaggi di mano, da allora, quel pavimento abbia subito. Ma certamente, quel mosaico è una tra le maggiori bellezze che le navi di Caligola possedevano. Si unirà, ora, a ciò che è rimasto di quanto fu ritrovato: una parteb di un timone a testa di leone con un anello tra le fauci; e una ghiera a forma di Medusa; transenne di bronzo lunghe oltre un metro; paste vitree e marmi lavorati; legno, chiodi, e altro ancora. Il pavimento recuperato è a cerchi e ovali, con una ricca tessitura. Chissà che strade ha percorso, da 70 anni a questa parte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero