«È morto? È morto? La polizia non me lo dice. Forse non aveva le chiavi, ha scavalcato ed è caduto. Ma è morto?». Sono le 20,30 quando la...
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Da primi accertamenti della polizia, sembra sia precipitato dal terrazzo della mansarda al piano rialzato dove si trovava anche un suo amico che avrebbe riferito di non essersi accorto di nulla perché dormiva. Sulla vicenda indagano gli agenti del commissariato di Ostia. Sembra che la scorsa notte avessero organizzato una festa.
A scoprirlo i vicini che lo hanno notato ormai senza vita e chiamato i poliziotti. Sul posto gli agenti del commissariato Lido e i colleghi della scientifica insieme ai vigili del fuoco e al magistrato. Nessuno, dalle ville vicine, avrebbe sentito grida e il giovane non avrebbe sul corpo segni di violenza o ferite d'arma da taglio o da fuoco.
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Roberto Sacchet, 30 anni li avrebbe compiuti il prossimo ottobre, è precipitato da una altezza di 10 metri. E caduto a candela nel cortile della sua casa in via Nogaredo, rompendosi anca e femore. A infittire il mistero, rendendo poco credibile l'ipotesi del suicidio, la lacerazione sul lato della coscia e un taglio sull'avambraccio che il 29enne, trovato a pancia in giù con la testa rotta, si sarebbe procurato con la ringhiera del terrazzo.
Come avesse provato a opporre una ultima, disperata resistenza. Sul posto ancora il magistrato e gli agenti della Scientifica per i rilievi. Ancora da accertare la posizione del ragazzo che era con la vittima ieri sera, un romano incensurato che i poliziotti hanno sorpreso al cancello, al loro arrivo.
Agli inquirenti ha detto di non essersi accorto del corpo, di essersi svegliato sul divano del salotto, dove si era addormentato all'una e mezza della notte scorsa e di essere sul punto di uscire, convinto che l'amico fosse andato via per raggiungere la fidanzata con la quale aveva litigato.
Con il 29enne notato ormai senza vita dai vicini di casa, il ragazzo ieri ha mangiato un piatto di pasta e bevuto una bottiglia e mezzo di Falanghina prima di restare a dormire lì. Sul tavolo della cucina ci sono ancora i resti della cena mentre non sarebbe stata trovata traccia di stupefacente.
La casa al 36 di via Nogaredo è in perfetto ordine. Tutte le finestre, così come le inferriate, erano chiuse. A eccezione di quella della camera da letto della vittima, al secondo piano, aperta con la chiave.
Sequestrate dalla polizia l'auto del 30enne trovato morto in tarda mattinata nel suo giardino in zona Infernetto a Roma e quella dell'amico che la scorsa notte era con lui nell'abitazione.
«Sono arrivato da Viterbo, ho saputo da Facebook». Così il fratello di Roberto Sacchet, corso sul posto insieme a due amici mentre la madre è in viaggio di ritorno a Roma.
«Già nel 2015, forse nel 2016, cadde da un cantiere all'Infernetto. Ma non si sa cosa stesse facendo». Così alcuni conoscenti di Roberto Sacchet. «Ultimamente aveva preso una stradaccia - raccontano due amici corsi sul posto una volta saputa la notizia - ma era un pezzo di pane. Così come F., l'amico che era con lui. Lo conosco benissimo, devo partire a breve con lui in vacanza».
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Il Messaggero