È stata aggredita alle spalle, nel suo locale, da un uomo chesi era tirato giù i pantaloni e che l'ha massacrata di botte per stuprarla. Momenti di terrore,...
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IL RACCONTO
Gli uomini della Mobile ora gli stanno dando la caccia. Si era presentato nel locale, un bar notturno, martedì sera. «Un cliente come tanti altri - a detta della barista - Ha anche cantato. Si è lasciato fotografare con un amico». «Mi chiamo Reda», si è presentato così il giovane, «vivo ad Amsterdame sono a Roma per turismo». «Al mattino si è presentato con la cerniera dei pantaloni abbassata - ha spiegato la barista - L'ho cacciato: Vai via. Poi sono uscita fuori dal bar e ho chiesto al cugino di riprenderlo. Certe cose non si fanno, dicevo. E sono rientrata». L'incubo è cominciato allora. L'uomo è tornato con le stesse intenzioni di prima e ha trascinato la donna in uno sgabuzzino. Stavolta l'ha presa per i capelli, l'ha riempita di pugni.
«Non avevo scampo. Sono stata forte. Una ragazzina non ce l'avrebbe fatta», si rincuora la donna. «Alla fine mi sono dimenticata di tutti i dolori, ero pronta anche a farmi staccare il dito. Ho raccolto le forze, mi sono fatta leva con l'unico braccio libero e l'ho scaraventarlo a terra. Mi ha mollato coi denti solo quando siamo finiti tutti e due a terra, nella varechina, ed io gridavo aiuto». La donna, assistita dall'avvocato Eugenio Pini, ora chiede giustizia. Il primo referto medico le ha diagnostico una prognosi di dieci giorni. «Ho fornito tutti i particolari alla polizia - ha detto - Spero che sia catturato al più presto possibile». Gli investigatori per rintracciare l'aggressore stanno battendo l'area della favelas alle pendici di Monte Mario dove si rifugiava anche Suli Damian Danut, il romeno che una settimana fa ha violentato una badante italiana sotto al Viminale.
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Il Messaggero