Matteo Valentini ancora in coma, ma riconosce la madre. «Sta tornando tra noi»

Il giallo di Colli Aniene: c’è il dettaglio delle scarpe consumate, come se il ragazzo ferito fosse stato trascinato per diversi metri

Matteo ancora in coma ma riconosce la madre. «Sta tornando tra noi»
Quando ieri mattina Matteo ha sentito la voce di mamma Simona, la frequenza dei parametri vitali è schizzata tanto velocemente che i medici le hanno consigliato di uscire...

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Quando ieri mattina Matteo ha sentito la voce di mamma Simona, la frequenza dei parametri vitali è schizzata tanto velocemente che i medici le hanno consigliato di uscire dalla stanza. «È un segnale positivo, significa che sta tornando da noi, che i due profondi ematomi si stanno riassorbendo. Ha sentito la voce di nostra mamma e tutte le macchine hanno iniziato a suonare» spiega con la voce emozionata e piena di speranza Andrea Valentini. Il fratello del giovane ricoverato dallo scorso sabato nel reparto di terapia intensiva dell’Umberto I dove è stato trasferito dopo essere stato trovato a terra, lungo viale Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti a Colli Aniene, con la testa fracassata. Ancora ieri la famiglia del giovane, un magazziniere di 20 anni, si è divisa tra l’ospedale dove resta ricoverato in condizioni critiche e il commissariato di San Basilio che sta indagando. Perché nessuno ancora sa cosa sia accaduto al ragazzo che quella sera, tra l’1,15 e l’1,22 stava tornando a casa a piedi dopo aver trascorso una serata con gli amici. 

GLI INDIZI 

In attesa che gli investigatori chiudano il cerchio delle indagini, non resta che avanzare tra ipotesi e supposizioni. Mettendo insieme gli insieme gli indizi che la famiglia e gli amici hanno raccolto. Partendo dalla profonda ferita alla testa che secondo i medici sarebbe riconducibile a un’arma contundente. Poi ci sono gli indumenti e gli oggetti che il giovane aveva con sé. Un’altra anomalia in questa vicenda ancora tutta da chiarire. Perché gli abiti erano in buone condizioni. Mentre il cellulare e le scarpe da ginnastica erano ormai distrutte. Come se il ragazzo fosse stato trascinato per alcuni metri. Intatta invece la sua pochette e il portafogli da cui non mancava nulla. Ecco perché l’ipotesi è che Matteo sia stato aggredito. «La nostra ipotesi - dice ancora Andrea - è che qualcuno lo abbia sorpreso. I ragazzi con la pandemia e il Covid sono andati fuori giri, il mio timore è che quello che è accaduto a mio fratello possa accadere ancora. Ecco perché, a poche ore dalla tragedia, la mia famiglia ha lanciato numerosi appelli in cerca di testimoni». Appelli che almeno per il momento, non sono stati raccolti. Nessuno - ancora ieri - si è fatto avanti con la famiglia. Per gli investigatori invece, nessuna pista è esclusa. Ecco perché, mamma e fratello, sono stati ascoltati ancora ieri nel primo pomeriggio dai poliziotti.

LE IPOTESI 

L’obiettivo è stabilire l’esatta strada percorsa da Matteo quella notte e ripercorrerla a ritroso, alla ricerca di altre telecamere di video sorveglianza. Le due, già individuate in viale Sacco e Vanzetti, che puntano proprio sul luogo del ritrovamento potrebbero non essere sufficienti a chiare la dinamica. Così ieri gli investigatori hanno proceduto con gli accertamenti dal pub, dove Matteo aveva trascorso la serata con gli amici, all’angolo di strada dove poi è stato trovato semi incosciente e con il volto sanguinante. Se è stato aggredito, potrebbe infatti essere stato seguito per alcuni metri ed essere stato preso alla sprovvista. Ecco perché in quell’ultimo messaggio, inoltrato all’amica all’una e un quarto, il tono era sereno e gioviale. Quindi gli accertamenti e i rilievi lungo la strada: sempre ieri, sono stati intensificati gli accertamenti a caccia di indizi. Nello specifico i poliziotti vogliono intanto escludere che Matteo sia rimasto vittima di un pirata della strada. Perciò sono certi che, se fosse stato investito da una macchina o da una moto, sull’asfalto sarebbero rimaste impresse le tracce dell’incidente. Non resta che attendere i risultati.

 
 

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Il Messaggero