Matteo Valentini ancora in coma, ma riconosce la madre. «Sta tornando tra noi»

Il giallo di Colli Aniene: c’è il dettaglio delle scarpe consumate, come se il ragazzo ferito fosse stato trascinato per diversi metri

Matteo ancora in coma ma riconosce la madre. «Sta tornando tra noi»
di Flaminia Savelli
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Lunedì 11 Aprile 2022, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 15:59

Quando ieri mattina Matteo ha sentito la voce di mamma Simona, la frequenza dei parametri vitali è schizzata tanto velocemente che i medici le hanno consigliato di uscire dalla stanza. «È un segnale positivo, significa che sta tornando da noi, che i due profondi ematomi si stanno riassorbendo. Ha sentito la voce di nostra mamma e tutte le macchine hanno iniziato a suonare» spiega con la voce emozionata e piena di speranza Andrea Valentini. Il fratello del giovane ricoverato dallo scorso sabato nel reparto di terapia intensiva dell’Umberto I dove è stato trasferito dopo essere stato trovato a terra, lungo viale Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti a Colli Aniene, con la testa fracassata. Ancora ieri la famiglia del giovane, un magazziniere di 20 anni, si è divisa tra l’ospedale dove resta ricoverato in condizioni critiche e il commissariato di San Basilio che sta indagando. Perché nessuno ancora sa cosa sia accaduto al ragazzo che quella sera, tra l’1,15 e l’1,22 stava tornando a casa a piedi dopo aver trascorso una serata con gli amici. 

GLI INDIZI 

In attesa che gli investigatori chiudano il cerchio delle indagini, non resta che avanzare tra ipotesi e supposizioni.

Mettendo insieme gli insieme gli indizi che la famiglia e gli amici hanno raccolto. Partendo dalla profonda ferita alla testa che secondo i medici sarebbe riconducibile a un’arma contundente. Poi ci sono gli indumenti e gli oggetti che il giovane aveva con sé. Un’altra anomalia in questa vicenda ancora tutta da chiarire. Perché gli abiti erano in buone condizioni. Mentre il cellulare e le scarpe da ginnastica erano ormai distrutte. Come se il ragazzo fosse stato trascinato per alcuni metri. Intatta invece la sua pochette e il portafogli da cui non mancava nulla. Ecco perché l’ipotesi è che Matteo sia stato aggredito. «La nostra ipotesi - dice ancora Andrea - è che qualcuno lo abbia sorpreso. I ragazzi con la pandemia e il Covid sono andati fuori giri, il mio timore è che quello che è accaduto a mio fratello possa accadere ancora. Ecco perché, a poche ore dalla tragedia, la mia famiglia ha lanciato numerosi appelli in cerca di testimoni». Appelli che almeno per il momento, non sono stati raccolti. Nessuno - ancora ieri - si è fatto avanti con la famiglia. Per gli investigatori invece, nessuna pista è esclusa. Ecco perché, mamma e fratello, sono stati ascoltati ancora ieri nel primo pomeriggio dai poliziotti.

LE IPOTESI 

L’obiettivo è stabilire l’esatta strada percorsa da Matteo quella notte e ripercorrerla a ritroso, alla ricerca di altre telecamere di video sorveglianza. Le due, già individuate in viale Sacco e Vanzetti, che puntano proprio sul luogo del ritrovamento potrebbero non essere sufficienti a chiare la dinamica. Così ieri gli investigatori hanno proceduto con gli accertamenti dal pub, dove Matteo aveva trascorso la serata con gli amici, all’angolo di strada dove poi è stato trovato semi incosciente e con il volto sanguinante. Se è stato aggredito, potrebbe infatti essere stato seguito per alcuni metri ed essere stato preso alla sprovvista. Ecco perché in quell’ultimo messaggio, inoltrato all’amica all’una e un quarto, il tono era sereno e gioviale. Quindi gli accertamenti e i rilievi lungo la strada: sempre ieri, sono stati intensificati gli accertamenti a caccia di indizi. Nello specifico i poliziotti vogliono intanto escludere che Matteo sia rimasto vittima di un pirata della strada. Perciò sono certi che, se fosse stato investito da una macchina o da una moto, sull’asfalto sarebbero rimaste impresse le tracce dell’incidente. Non resta che attendere i risultati.

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