Del ghigno da mattatore, della sparata sempre sul filo del fuorigioco politically correct, dell'esuberanza come stile di vita, stavolta non c'è traccia. Stupisce un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«SONO NATO NEL CINEMA»
Il pezzo pregiato delle sale messe all'asta dal Tribunale è lo storico Cinema Adriano di Roma, che da solo varrebbe almeno 27 milioni di euro, così hanno scritto i periti nel provvedimento di «vendita forzata» per risarcire un creditore, provvedimento che comprende anche l'Atalantic, il Reale e l'Ambassade. L'asta è già stata fissata per il 16 ottobre; messi insieme i vari lotti valgono almeno 43 milioni di euro. Ferrero, quando accetta di commentare la vicenda, si dice tranquillo, ma dosa le parole. «Sono nato nel cinema e fino a quando ci saremo noi - assicura - l'Adriano non chiuderà mai». Non solo perché lui è il primo ad avere qui, nel complesso inaugurato nel 1898 come teatro, il suo ufficio romano. «Penso anche ai dipendenti, voglio dire con chiarezza che non ci sono problemi per quanto riguarda i posti di lavoro, che difenderemo sempre, questo è l'importante. Per l'Adriano mi batterò fino alla morte, perché ho ragione. E lo stesso vale per le altre sale».
«CAUSA IN CORSO»
Sulla vicenda giudiziaria, che nasce dal contenzioso con una società che si occupa del recupero dei crediti deteriorati per conto di banche e industrie, Ferrero non si addentra perché, spiega più volte, «la causa è ancora in corso». Insomma la partita è aperta. «La verità è che c'è un contenzioso in atto su un mutuo ereditato, siamo fiduciosi, stiamo trattando per chiudere questo contenzioso». E i debiti? «Ma no, la situazione debitoria è in linea».
«LA SAMP NON C'ENTRA»
Una volta rassicurati i dipendenti delle sue multisale, sparpagliate dal Padovano a Ragusa, passando per Bologna e la provincia di Pisa, come aveva fatto il nipote Giorgio che segue per conto della famiglia il ramo cinema, Ferrero scaccia le ombre anche dal settore che lo ha reso famoso in tutta Italia, quello calcistico: «La Sampdoria con questa storia non c'entra nulla, i tifosi possono stare tranquilli. Dei cinema non me ne occupo più io personalmente. E questa situazione che è, come dire, in transito non incide minimamente sulle altre attività, che sono in ottima salute e che hanno gestioni separate».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero