Nuova inchiesta su Malagrotta. Indagato Manlio Cerroni e gli altri dirigenti di EGiovi. Sequestrati beni per 190 milioni di euro. Lo sviluppo clamoroso della travagliata storia...
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Cosa ipotizza la nuova indagine sulla discarica di Malagrotta? E. Giovi è una delle società del gruppo Cerroni e gestisce la discarica di Malagrotta, chiusa nel 2013. Secondo le verifiche dei carabinieri, non è stato smaltito correttamente il percolato (derivante dalla liscivazione dei rifiuti abbancati e dalle precipitazioni che con essi si mescolano), che potrebbe avere inquinato le falde acquifere. Il percolato andava portato in discarica, dopo però specifici trattamenti. Al contrario, è stato lasciato - sempre secondo l'inchiesta - a Malagrotta, per evitare le spese della corretta gestione. L'ingiusto profitto ammonterebbe a 190 milioni di euro e per questo cautelativamente sono stati squestrati l'azienda, i beni e il patrimonio degli indagati. EGiovi è stata affidata per la Custodia Giudiziaria al commissario prefettizio, Luigi Palumbo, che dovrà avviare la corretta gestione ambientale della discarica nella sua fase post-operativa. In pratica Palumbo (che è anche commissario di Colari e dunque dei due tmb) dovrà fare partire la bonifica della discarica che di fatto non è mai cominciata. In totale, compreso Cerroni, sono sei gli indagati: a tutti è contestato il traffico illecito di rifiuti.
Scrive il giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio nel decreto di sequestro preventivo: «È evidente che il permanere di questa situazione porterà senza ombra di dubbio all'aggravamento della situazione di illegittimità ed aumenterà esponenzialmente le conseguenze devastanti per l'ambiente circostante la discarica», «è causa dell'inquinamento delle falde acquifere», «ancora oggi la società E.Giovi non ha provveduto all'adempimento delle prescrizioni e la discarica non è gestita in modo legittimo tale da impedire il protrarsi della situazione di fuoriuscita del percolato che è conseguenza diretta dell'inquinamento dei terreni circostanti».
In serata è arrivata la replica della società EGiovi, tramite l'avvcato Diddi secondo cui la società «ha provveduto a smaltire presso gli impianti terzi autorizzati in diverse Regioni italiane il percolato prodotto dalla discarica ed oggi, dopo aver atteso cinque anni un'autorizzazione all'esercizio di un proprio impianto a Malagrotta (per una capacità annua di 160.000 mc), provvede al trattamento autonomo del percolato.
Il Messaggero