Omicidio di Luca Sacchi, il papà della vittima dell'aggressione torna su una dei temi più sentiti dell'inchiesta: «Se Anastasia (Anastasiya...
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Luca Sacchi, i legali della famiglia: «Ascoltare Anastasia, troppe contraddizioni»
Luca Sacchi, nello zaino di Anastasia 60mila euro: la nuova pista investigativa
L'intervento del padre del 24enne romano ucciso il 23 ottobre nei pressi di un pub tra via Mommsen e via Bartoloni, Colli Albani, con un colpo di revolver calibro 38 alla testa mentre si trovava in compagnia della fidanzata, arriva in un giorno pieno di malinconia e dolore per la morte del figlio: «Ho sognato Luca questa notte. Ne parlavo con mia madre qualche giorno fa, le ho chiesto perché non riuscissi a sognarlo. Mi ha detto: 'Dicono che debba passare un mese perché diventi angelo poi si sogna'. Pensavo fossero dicerie del nostro paese, in Abruzzo, ma stamattina alle 10 mi sono svegliato piangendo. L'ho visto nella stanza, gli ho chiesto che facesse lì, se non gli facessero male le braccia per i colpi ricevuti. Mi ha detto che stava bene, che si sentiva sollevato. 'Voglio stare qua, non so se andrò in cielo -, mi ha detto - ma fammi una cortesia: di' a mamma che non pianga più». Così Alfonso Sacchi ospite a Porta a Porta insieme ai suoi legali: «Le ceneri sono nella sua stanza, è giusto che sia così. Lui è stato sempre con noi, lo abbiamo messo dentro un vaso di porcellana. Lo abbracciamo e ce lo baciamo, e un po' sembra come se sia tornato a casa».
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Il Messaggero