Regione, Cinque Stelle in tilt per la candidatura Lombardi

Regione, Cinque Stelle in tilt per la candidatura Lombardi
La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club. Quindi, dopo la candidatura di Roberta Lombardi alle regionarie del M5S, dalla comunicazione nazionale...

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La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club. Quindi, dopo la candidatura di Roberta Lombardi alle regionarie del M5S, dalla comunicazione nazionale è arrivato un input chiaro al Campidoglio: nessun consigliere o assessore pentastellato deve commentare l'ipotesi. Tutti zitti. Vietate le dichiarazioni pubbliche e i post su Facebook. Sia in un senso, sia nell'altro. Dunque per ora leggere gli «evviva siamo con te Roby, a rivedere le stelle!» di Marcello De Vito o Paolo Ferrara e gli endorsement di qualcuno vicino alla sindaca Raggi (o di lei stessa) nei confronti di Valeria Corrado sono utopie. Tutti zitti. Equilibri complicati, tensione alle stelle. Meglio pensare a Roma e non mettere il carico su una sfida che si preannuncia complicata. Di sicuro, la discesa in campo della parlamentare romana ha mandato tutti in fibrillazione. Soprattutto ieri mattina. Perché a fronte del suo mezzo ramoscello di pace nei confronti del combattuto mondo-Raggi («Le incomprensioni del passato per me già sono superate: ora bisogna guardare avanti e lavorare insieme per vincere anche in Regione») la parlamentare si è trovata sempre sul Messaggero i commenti non proprio lusinghieri riferiti alla propria candidatura. «Come è stata presa in Campidoglio? Malissimo», hanno commentato a questo giornale fonti molti vicine alla sindaca. Non proprio un messaggio di pace. Tanto lo staff di Lombardi ha chiesto, anche attraverso i vertici del M5S, una smentita ufficiale del Comune a questa indiscrezione.


L'ufficio stampa del Comune, molto sensibile e solerte alle rettifiche, alla fine però ha taciuto. Un silenzio che è stato accolto come una conferma agli umori captati a Palazzo Senatorio. Niente da negare. La tensione carsica va avanti, a pochi giorni dall'esodo di massa a Rimini. Dove lo stato maggiore del Campidoglio (sindaca, staff, assessori e presidenti dei municipi) si trasferirà per celebrare la festa del M5S. Il silenzio è d'oro. Bisogna capire fino a quando. Discorso diverso negli altri schieramenti che si apprestano alla sfida per la Regione. Nicola Zingaretti punta a riproporre il modello di centrosinistra con il quale vinse quattro anni fa. «Prima diciamo - ha evidenzia Zingaretti esorcizzando uno scenario che non deve riproporsi nel Lazio - di non voler fare l'alleanza e poi critichiamo Mdp perché non ha fatto l'alleanza in Sicilia? La gente ci prende per matti». Già, si attende la Sicilia soprattutto nel centrodestra: l'ipotesi di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, rimane sospesa. Prima bisogna capire il risultato di Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero