Pomezia, «Entrano solo i più meritevoli»: proteste al liceo Pascal contro i criteri di ammissione

Pomezia, «Entrano solo i più meritevoli»: proteste al liceo Pascal contro i criteri di ammissione
Questa mattina studenti e studentesse si sono mobilitati davanti al Liceo Blaise Pascal per manifestare il loro dissenso verso i criteri di ammissione che non permetteranno a...

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Questa mattina studenti e studentesse si sono mobilitati davanti al Liceo Blaise Pascal per manifestare il loro dissenso verso i criteri di ammissione che non permetteranno a tutti e tutte di frequentare l'istituto l'anno prossimo. A causa della mancanza di spazi, ripetutamente richiesti da parte della dirigente scolastica alla città metropolitana, i ragazzi saranno sottoposti a dei parametri che non aranno basati sulla vicinanza all'istituto, che varrà meno del 50% del punteggio, ma al contrario su un principio di meritocrazia. Tutti e tutte dovranno presentare la loro media dei voti nello scrutinio finale di II media, oltre che la media dei voti riportati in alcune materie specifiche all'indirizzo quali: italiano, inglese e matematica.

La protesta

Questi criteri di ammissione sono stati votati nell'ultimo Consiglio d'istituto. «È stato convocato con poco preavviso - lamentano gli studenti - e non ha dato modo ai rappresentanti di confrontarsi con studenti e studentesse, limitando cioè il dialogo e la possibilità di partecipazione ad una scelta tanto delicata. Non accettiamo di essere ancora considerati in base ad un numero, in base al merito, e per questo, con un'azione simbolica nel rispetto delle norme covid, siamo con striscione e megafono davanti al liceo: il diritto allo studio di tutti e tutte deve essere rispettato». «Non possiamo accettare che il Liceo Blaise Pascal diventi una scuola d'elite - dice Eleonora Mazzuca, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Pomezia - la scuola dovrebbe combattere le disuguaglianze presenti nella società, non promuoverle. Noi studenti e studentesse vogliamo una scuola inclusiva e attenta al rispetto del diritto allo studio di tutti e tutte. Non possiamo accettare questi criteri di ammissione né tantomeno che venga tralasciata la necessità del nostro territorio ad avere più spazi per gli istituti superiori di secondo grado». 

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Il Messaggero