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ROMA Una sgranchita alle sue zampe, uno sbadiglio senza ruggito e Kimba era già sveglio di buon mattino ieri nella sua gabbia di ferro nel circo di viale Mediterraneo, a Ladispoli. Finito l'effetto del sedativo, che lo aveva messo ko intorno alle 22 della sera precedente, il leone di 8 anni, che sabato ha seminato il panico per le via della città scampando per sette interminabili ore alla cattura di forze dell'ordine, di un elicottero, vigili del fuoco, volontari zoofili, veterinari esperti e pronti a braccarlo col sonnifero, ha riaperto gli occhi. Leggermente stordito all'inizio, poi ha ripreso possesso del suo recinto giocherellando con un rastrello, mordendolo e rincorrendo gli altri felini mentre nell'altra gabbia le leonesse lo scrutavano. Non ha disdegnato foto, a debita distanza, dei presenti e di tanti bambini arrivati nel quartiere Cerreto per vedere la star del momento che ha varcato i confini nazionali dopo la fuga da brividi. In fondo è riuscito a ristabilirsi presto dopo aver girovagato mezza giornata tra il torrente Sanguinara, i rioni Cerreto e Campo Sportivo ma anche Il Faro, praticamente dall'altra parte di Ladispoli osservato speciale dagli infrarossi dei poliziotti in elicottero. Per l'intera giornata ieri è stato comunque monitorato dagli organizzatori del circo per capire se sia rimasto eccessivamente stressato a tal punto da non poter affrontare con serenità gli spettacoli che si svolgeranno fino al prossimo 19 novembre.
Tutto sommato, nonostante i due dardi sparati col sonnifero, Kimba ha mostrato di stare bene.
LE INDAGINI
Due le ipotesi al vaglio degli inquirenti. La prima è quella dell'errore umano, quindi della disattenzione di un membro dello staff circense che magari ha lasciato il cancello aperto per una dimenticanza favorendo involontariamente l'allontanamento dell'ormai celebre Kimba. E da lì poi l'evasione verso il fosso e in tante altre zone. L'organizzazione del circo "Rony Roller Circus" però punta sul sabotaggio. Il proprietario, Rony Vassallo, ieri mattina si è presentato nella caserma dei carabinieri di Ladispoli per denunciare la manomissione della gabbia dove era rinchiuso il leone assieme agli altri "fratelli". Dopo nemmeno un'ora è avvenuto nell'area del circo un sopralluogo dei militari guidati dal comandante, Umberto Polizzi a caccia di eventuali tracce. Una ricostruzione però al momento non avvalorata da prove o da testimoni oculari. Chi avrebbe poi il coraggio di aprire una gabbia con la forza con un leone dentro? Non ci sono nemmeno le telecamere interne del circo, solo quelle proiettate all'interno del tendone, né in viale Mediterraneo sono presenti impianti pubblici di videosorveglianza, o almeno nel punto esatto della fuga di Kimba. Era anche trapelata la notizia di tre persone viste dileguarsi a passo furtivo dalle gabbie. Ma anche di questo nessun riscontro da parte dei carabinieri e degli agenti del commissariato di via Vilnius guidati da Paolo Delli Colli pronti a presidiare la biglietteria fino a sera per impedire disordini poiché i membri delle associazioni, e anche semplici cittadini, non credono affatto al sabotaggio ad opera di ignoti.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero